VIENNA - Cinque morti fra cui l’autore dell’attacco, 22 feriti di cui almeno sette in gravi condizioni e una serie di retate che hanno portato finora a 18 perquisizioni e 14 arresti: la situazione è ancora molto tesa a Vienna, duramente colpita nel suo cuore pulsante lunedì sera, quando molti viennesi erano usciti alla vigilia della chiusura dei locali per il “lockdown” anti-Covid, in vigore da ieri. Due giovani di 18 e 24 anni sono invece stati arrestati a Zurigo.

L’attentatore, un 20enne austriaco ma originario della Macedonia del Nord, simpatizzate dell’Isis, è stato ucciso pochi minuti dopo l’attacco dalle forze speciali della polizia austriaca nei pressi della chiesa di San Ruperto (Ruprechtskirche). Era stato arrestato, condannato e liberato con la condizionale dopo che aveva tentato di andare a combattere in Siria come foreign fighter dello Stato islamico.

Secondo quanto riferito dal ministro dell’Interno Karl Nehammer, si chiama Fejzulai Kujtim, aveva 20 anni ed era un cittadino austriaco con doppia cittadinanza. La famiglia dell’attentatore è originaria di Chelopek, località di circa 7.000 abitanti a una decina di chilometri a sud-est di Tetovo, città della Macedonia del Nord non distante dal confine con il Kosovo. Kujtim era nato nel 2000 a Moedling, paese non distante dai luoghi dell’attacco.

Sempre secondo l’esponente del governo, il giovane era senza dubbio un sostenitore, quantomeno un simpatizzante, della milizia terrorista islamista dello Stato islamico. Il 25 aprile del 2019 era stato condannato a 22 mesi di reclusione per aver cercato di recarsi in Siria per unirsi ai militanti dell’Isis.

Il giovane, all’epoca diciottenne, era stato sorpreso mentre cercava di lasciare la Turchia. Il 5 dicembre dello scorso anno era stato liberato in anticipo con la condizionale. Fejzulai Kujtim, come riferito dal ministro Nehammer, “per eseguire questo orribile attacco a cittadini innocenti, era equipaggiato con una finta cintura esplosiva, un fucile automatico, una pistola e un machete”. Prima dell’attacco, l’attentatore pare abbia pubblicato una foto sul suo account Instagram che lo mostrava con due armi: non è ancora chiaro se avesse giurato fedeltà allo Stato islamico.

Il terrorista ha sparato a chi sedeva ai tavolini dei bar in sei diversi punti del centro storico, una circostanza che ha riportato alla mente quel terribile 13 novembre 2015 quando a Parigi furono colpite le persone sedute ai caffè del decimo arrondissement, oltre agli obiettivi del Bataclan e dello Stade de France. Non ci sono prove di un secondo attentatore, come ha spiegato il ministro dell’Interno.

Un “ripugnante atto terroristico”, secondo il cancelliere Sebastian Kurz, ma preparato “in modo molto professionale”. Il ministro dell’Interno Karl Nehammer ha chiesto che durante l’attuale fase delicata di ricerca degli autori (non si sa se uno o di più, oltre all’attentatore ucciso) i viennesi restino a casa e ha disposto per oggi la chiusura delle scuole. In una conferenza stampa all’alba, il ministro ha detto che il terrorista ucciso era, secondo i risultati delle prime indagini, un “simpatizzante dello Stato islamico radicalizzato”, pesantemente armato, anche se la cintura esplosiva che aveva attorno al corpo si è rivelata finta.

Il famoso parco divertimenti di Vienna, il ‘Prater’, che dista una ventina di minuti a piedi dai luoghi dell’attentato terroristico di ieri sera, è stato chiuso con effetto immediato sia per motivi di sicurezza sia per quelli legati alla crescente pandemia di Covid-19. Il motto “c’è sempre qualcosa da fare al Prater” non potrà quindi essere seguito. Il Mercatino di Natale ai piedi della grande ruota panoramica (Riesenrad) rinvia l’apertura dal 21 novembre al primo  dicembre.

“A Vienna e nella Bassa Austria sono state effettuate 18 perquisizioni domiciliari e compiuti 14 arresti”, ha detto Nehammer nel fare un punto sulla situazione delle indagini. Le condizioni del poliziotto ferito, già operato, sono considerate ‘stabili’.

In mattinata, un blitz delle forze dell’ordine in un appartamento a Sankt Poelten, a 60 km da Vienna, aveva portato al fermo di due persone. Un terzo uomo, definito come un “noto islamista”, è stato arrestato a Linz e si ritiene sia collegato all’attacco.

I luoghi colpiti nel centro di Vienna sono tutte molto vicini fra loro e si trovano tutti nel Primo distretto, quello centrale. Le cinque vittime sono tre uomini e due donne, una deceduta dopo il ricovero all’ospedale.

Dei 22 feriti almeno sette si trovano in gravi condizioni. A perdere la vita sono stati due anziani, una cameriera e un 21enne albanese. Un migliaio di uomini, fra poliziotti e militari, sta ancora partecipando alla caccia all’uomo, con elicotteri e posti di blocco intorno alla Capitale.

Settantacinque soldati sono stati posti a guardia degli edifici “sensibili” mentre anche le vicine Germania e Ungheria hanno annunciato l’invio di forze speciali.