PARIGI - La Francia sarà il primo Paese del G7 a riconoscere lo Stato di Palestina, portando a 148 su 193 i membri dell’Onu che hanno assunto questa posizione.
Macron ha annunciato giovedì sera: “La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina”, e lo farà all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, a settembre.
Una decisione che ha scatenato polemiche simili a quelle dello scorso anno, quando il riconoscimento arrivò da Irlanda, Spagna, Slovenia e Norvegia.
“Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente ho deciso che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina. Farò l’annuncio formale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il prossimo settembre”, ha scritto il capo di Stato francese su X e Instagram.
La reazione della diplomazia statunitense non si è fatta attendere. Il più sferzante è stato come di consueto Donald Trump, che interpellato sull’argomento prima di volare in Scozia ha tagliato corto: “Quello che dice Macron non importa, non ha alcun peso”. aggiungendo però che “è un bravo ragazzo”.
A definire in termini più concreti la posizione degli Stati Uniti sull'argomento, è stato il Segretario di Stato Marco Rubio: “Gli Stati Uniti respingono fermamente il piano” del presidente francese “di riconoscere uno Stato palestinese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite”, afferma, aggiungendo che “questa decisione sconsiderata non fa che alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace. È uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre”.
Accuse rigettate immediatamente dal ministro francese degli Esteri, Jean-Noel Barrot. In un messaggio pubblicato su X, il capo della diplomazia d’Oltralpe ricorda che “Hamas ha sempre rifiutato la soluzione a due Stati. Riconoscendo la Palestina, la Francia dà torto a un movimento terrorista e dà ragione al campo della pace contro quello della guerra”.
Opinione condivisa anche da Ofer Bronchtein, storico consigliere speciale di Macron per gli affari israelo-palestinesi, che in un’intervista radiofonica in lingua ebraica all’emittente pubblica israeliana Kan, ripresa dal Times of Israel, ha attribuito l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 proprio alla mancanza di uno Stato palestinese.
“Tutti parlano da 40 anni della soluzione dei due Stati. Mi fa arrabbiare che la gente dica che incoraggiamo il terrore”, ha affermato, sottolineando che “forse perché non esisteva uno Stato palestinese, il 7 ottobre è successo. Se ci fosse stata la sovranità palestinese a Gaza il 7 ottobre forse non ci sarebbe stato. La sovranità è responsabilità”.
Era novembre 2012 quando la bandiera palestinese è stata issata per la prima volta alle Nazioni Unite a New York, dopo che l’Assemblea Generale ha votato a stragrande maggioranza per elevare lo status dei palestinesi a “Stato osservatore non membro”.
La stessa Assemblea, lo scorso anno, ha approvato una risoluzione affermando che la Palestina è “qualificata a diventare Stato membro”, con 143 voti a favore, 25 astenuti (Italia compresa) e nove contrari, tra cui gli Usa.
Washington, così come Roma, pur non riconoscendo lo Stato mantiene comunque relazioni diplomatiche con l’Autorità Nazionale Palestinese.