CANBERRA - L’Australia ha iniziato a esaminare nel dettaglio la revisione del Pentagono su AUKUS, il patto strategico con Stati Uniti e Regno Unito che prevede la fornitura e lo sviluppo congiunto di sommergibili a propulsione nucleare.
La valutazione americana, attesa da mesi, ha dato il via libera all’accordo e confermato che il programma procede secondo le tempistiche previste.
Il ministro dell’Industria della Difesa Pat Conroy ha definito incoraggianti le parole del presidente statunitense Donald Trump, che ha parlato di AUKUS come di un progetto “full steam ahead” - che procede a tutto vapore. Conroy ha confermato che Canberra sta rispettando tutte le tappe chiave, inclusa la recente sosta in Western Australia occidentale del sommergibile USS Vermont, considerata un passo simbolico nella cooperazione operativa.
Il governo ha inoltre informato l’amministrazione americana sulla più ampia ristrutturazione della Difesa annunciata questa settimana: una riforma definita la più profonda degli ultimi cinquant’anni, che prevede la creazione di un’agenzia indipendente incaricata di sovrintendere ai grandi programmi e garantire la corretta gestione dei fondi. Tale organismo opererà parallelamente all’Australian Submarine Agency, già dedicata al progetto AUKUS.
In parallelo, l’Australia si prepara ad avviare la produzione nazionale di missili grazie all’apertura di uno stabilimento a Port Wakefield, in South Australia. “È la prima fabbrica fuori dagli Stati Uniti — e la seconda al mondo — a produrre questi missili fondamentali”, ha spiegato Conroy. L’impianto avrà una capacità stimata di 300 unità all’anno, con l’obiettivo non solo di rifornire le Forze Armate australiane ma anche di esportare a Washington e ad altri partner.
La revisione del Pentagono si conclude in un momento cruciale: la prossima settimana il ministro della Difesa Richard Marles e quello degli Esteri Penny Wong saranno a Washington per i colloqui annuali con i loro omologhi statunitensi. Secondo il portavoce del Pentagono Sean Parnell, il processo di revisione ha identificato margini per “rafforzare ulteriormente” l’architettura del patto.
Dopo i dubbi sollevati nei mesi scorsi, soprattutto su tempistiche e sostenibilità industriale, il sostegno pubblico di Trump durante l’incontro con Anthony Albanese ha contribuito a rassicurare Canberra.
L’Australia resta impegnata a investire 368 miliardi di dollari nei prossimi trent’anni per trasformare radicalmente le proprie capacità subacquee e consolidare la cooperazione strategica nell’Indo-Pacifico.