CANBERRA - A giugno, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti aveva annunciato una revisione dell’accordo trilaterale siglato nel 2021 tra Usa, Australia e Regno Unito. Secondo quanto riportato da The Age, fonti vicine alla revisione sostengono che l’Australia potrebbe dover pagare di più per l’acquisto dei sommergibili, già stimati in circa 4,7 miliardi di dollari, di cui una parte è già stata versata da Canberra.
Un’altra condizione ipotizzata prevede che tali sommergibili vengano messi a disposizione della marina statunitense in caso di un conflitto con la Cina, una prospettiva che potrebbe sollevare preoccupazioni sulla sovranità decisionale australiana in materia di difesa.
Nonostante AUKUS abbia finora goduto negli Stati Uniti di un ampio sostegno bipartisan, la revisione non rappresenta un’iniziativa condivisa da tutto il governo federale. Il senatore repubblicano Marco Rubio ha dichiarato di non esserne a conoscenza, mentre il ministro della Difesa australiano Richard Marles ha minimizzato i possibili esiti del processo, richiamando il caso del Regno Unito, dove il nuovo governo laburista ha confermato il pieno sostegno all’accordo.
Secondo The Age, il principale promotore delle modifiche sarebbe Elbridge Colby, sottosegretario alla Difesa e noto critico della vendita di sommergibili nucleari all’Australia.
Il contesto è reso ancor più incerto dalle recenti azioni del presidente Donald Trump, tra cui il controverso ordine di attacco a siti nucleari iraniani, che alimenta incertezza sulla futura posizione della Casa Bianca nel rispetto dei termini originali del patto AUKUS.