CANBERRA - Lo ha rivelato un alto funzionario del Pentagono, spiegando che la revisione mira ad allineare l’iniziativa dell’amministrazione Biden con l’agenda "America First" del presidente Donald Trump.

“Come ha chiarito il segretario alla Difesa Pete Hegseth, l’obiettivo è garantire la massima prontezza delle nostre forze armate, che gli alleati contribuiscano pienamente alla difesa collettiva e che l’industria della difesa soddisfi le nostre esigenze”, ha dichiarato il funzionario.

Un altro rappresentante ha affermato che l’amministrazione Trump sta rivedendo regolarmente gli accordi internazionali, soprattutto quelli siglati sotto la presidenza Biden, per verificarne l’effettivo vantaggio per gli Stati Uniti.

L’accordo AUKUS, firmato nel 2021 da Stati Uniti, Regno Unito e Australia, prevedeva tra i suoi pilastri portanti l’acquisto da parte di Canberra di sommergibili a propulsione nucleare per un valore di 368 miliardi di dollari, oltre a un ampio programma di condivisione tecnologica e militare.

Tuttavia, quest’anno lo stesso Trump sembra aver ammesso di non sapere cosa fosse esattamente l’AUKUS durante un incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer.

L’Australia ha già versato una prima tranche di 500 milioni di dollari per i sommergibili, ma il valore strategico del progetto — con le prime consegne previste solo negli anni ’30 — è stato messo in discussione da alcuni critici.

Il ministro della Difesa Richard Marles ha minimizzato il significato della revisione dell’accordo affermando che si tratta si una prassi burocratica “perfettamente naturale”.

La notizia della revisione aumenta la pressione sul primo ministro Anthony Albanese, atteso questa settimana al vertice del G7 a Kananaskis, nella provincia dell’Alberta, Canada. Il tutto avviene mentre le relazioni con Washington si complicano, anche a seguito delle recenti critiche statunitensi sulle sanzioni australiane contro due ministri israeliani.