CANBERRA - Il programma coinvolge decine di migliaia di lavoratori che si trasferiscono temporaneamente in Australia per impieghi in settori quali agricoltura, orticoltura e lavorazione della carne.
Il governo federale australiano ha promesso di migliorare il programma e garantire il rispetto delle norme da parte dei datori di lavoro, rispondendo alle crescenti preoccupazioni sollevate dai lavoratori e dai gruppi a difesa dei diritti umani.
Lunedì, a Canberra, il ministro del lavoro Murray Watt ospiterà i rappresentanti di nove paesi delle isole del Pacifico e di Timor Est per un incontro dedicato alla questione. Watt ha sottolineato che il coinvolgimento diretto delle nazioni partner rafforza il successo del programma e consolida i legami dell’Australia con il Pacifico.
“Il governo Albanese non tollera in alcun modo il maltrattamento dei lavoratori nel programma PALM”, ha dichiarato Watt.
“Continuiamo a monitorare l'attuazione di queste riforme e a confrontarci con i nostri paesi partner per raccogliere i loro pareri sul loro funzionamento”.
Tra le recenti riforme per proteggere i diritti dei lavoratori, è stata introdotta l’obbligatorietà di almeno 120 ore lavorative in quattro settimane, garantendo così la copertura dei costi di alloggio e altre spese. Inoltre, sono stati implementati controlli sui datori di lavoro per prevenire casi di sfruttamento.
Nonostante gli interventi, persistono elementi di criticità. Secondo il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di schiavitù, Tomoya Obokata, ci sono prove di gravi abusi, tra cui salari insufficienti, discriminazione razziale, condizioni di lavoro pericolose e casi di violenze. Obokata ha raccomandato di rimuovere il vincolo che impedisce ai lavoratori di cambiare datore di lavoro.
Il governo Albanese sta valutando ulteriori modifiche per garantire maggiore flessibilità, standard migliori per gli alloggi e un’efficace prevenzione dello sfruttamento, ponendo i diritti dei lavoratori al centro del dibattito.