TOKYO – L’ampliamento di strategie comuni per scongiurare la diffusione del coronavirus e un percorso di graduale riapertura delle frontiere tra Tokyo e Canberra. Sono stati questi i principali argomenti di discussione a Tokyo tra il premier nipponico Yoshihide Suga e il suo omologo australiano, Scott Morrison, ma non gli unici.
Nel corso della visita di due giorni nella capitale giapponese, i due leader hanno affrontato anche il lavoro di cooperazione tra le Forze di autodifesa giapponesi e l’esercito australiano, con il raggiungimento di un accordo per l’avvio di esercitazioni congiunte e la partecipazione di operazioni a scopo umanitario e sulla gestione comune di apparati militari, tra i quali armi e munizioni.
Lo scoglio da superare nei negoziati, che hanno preceduto la visita di Morrison a Tokyo, la prima di un leader internazionale al primo ministro giapponese Yoshihide Suga dal suo insediamento a settembre, riguardava la pena di morte, in vigore in Giappone, e se sarebbe stata applicata su militari australiani qualora fossero stati giudicati colpevoli di gravi reati quali omicidio o stupro. I negoziatori hanno abilmente aggirato il problema, affermando che entrambi i Paesi rispetteranno gli obblighi giuridici reciproci.
In virtù del nuovo accordo le due nazioni incrementeranno la cooperazione militare in anni a venire, su una serie di rotte strategiche nella zona meridionale e orientale della Cina.
L’intesa fa seguito alla partecipazione australiana alle esercitazioni navali Malabar, lo scorso mese, a fianco delle forze statunitensi, nipponiche e indiane, una mossa non gradita da Pechino.
L’Australia punta a un rafforzamento di un’alleanza economica con Tokyo, in particolare nell’ambito della sicurezza, a fronte di una relazione sempre più volubile con la Cina, che rimane tuttavia ancora il principale partner di riferimento.
Il primo ministro Morrison, ha invitato il suo omologo giapponese a visitare l’Australia il prossimo anno per la firma ufficiale del Trattato, al termine di più dettagliati negoziati legali.
Morrison ha detto che Australia e Giappone lavoreranno assieme a sostegno di una regione indo-pacifica “libera, aperta, inclusiva e stabile”.
Lo scorso aprile Morrison aveva suggerito l’avvio di un’inchiesta indipendente per accertare l’origine del coronavirus. La reazione di Pechino non si fece attendere, con l’imposizione di restrizioni alle importazioni provenienti dall’Australia.
Alla vigilia della visita del ministro degli Esteri cinese Wang Yi a Tokyo, in meno di una settimana il governo di Pechino, in una nota ha stigmatizzato il patto militare, decretando che Giappone e Australia sono “burattini manovrati degli Usa”.