SYDNEY - L’Australia ha ricordato le vittime dell’attacco terroristico con una serie di commemorazioni solenni e simboliche, mentre la comunità ebraica ha risposto al dolore ribadendo unità e determinazione.
A Sydney, cittadini e familiari continuano a radunarsi nel luogo della strage, dove un mare di fiori e messaggi rende omaggio alle 15 persone uccise durante una celebrazione dell’Hanukkah.
L’Opera House è stata illuminata con l’immagine di una menorah accesa, in occasione della seconda giornata della festività. Il premier del New South Wales, Chris Minns, ha definito il gesto “semplice ma potente”, sottolineando che quelle candele rappresentano “forza interiore e la scelta di stare uniti anche nei momenti più bui”. Minns ha annunciato che il parlamento statale sarà riconvocato al più presto per affrontare una revisione delle leggi sulle armi da fuoco, in particolare sulla durata delle licenze e sul tipo di armi consentite.
Il premier ha anche incontrato in ospedale Ahmed Al Ahmed, il negoziante che ha disarmato uno degli attentatori, lodandone il “coraggio straordinario”. L’uomo, 43 anni, è in ripresa dopo un intervento chirurgico per le ferite riportate. Le immagini del suo gesto hanno fatto il giro del mondo e una raccolta fondi online ha superato 1,5 milioni di dollari in pochi giorni. “Nessuno si aspetta di diventare un eroe, ma quando è stato necessario lui lo è stato”, ha dichiarato l’organizzatore dell’iniziativa.
In tutto il Paese, edifici simbolo sono stati illuminati di blu e bianco, mentre veglie e celebrazioni dell’Hanukkah si sono svolte in contemporanea. A Bondi Beach, una menorah alta oltre un metro è stata accesa durante una cerimonia carica di emozione. “La luce prevarrà sempre sull’oscurità”, ha detto il rabbino Yossi Shuchat davanti ai presenti.
A Melbourne, il Pillars of Light Festival si è tenuto regolarmente a Federation Square, con canti e preghiere. “Ci ritroviamo non nella paura, ma nella forza”, ha affermato il rabbino Gabi Kaltmann.
Intanto proseguono le indagini: il primo ministro Anthony Albanese ha confermato che i due attentatori hanno agito da soli, spinti da un’ideologia islamista radicale. Le vittime avevano un’età compresa tra i 10 e gli 87 anni. Ventisei feriti restano ricoverati negli ospedali di Sydney, dodici in condizioni critiche, mentre due agenti di polizia sono gravi ma stabili. Le loro famiglie hanno espresso profonda gratitudine verso soccorritori e personale sanitario.