Il ministro della Difesa Richard Marles afferma che l’Australia ha costantemente sottolineato l’importanza che tutti gli stati siano in grado di esercitare diritti e libertà, inclusa la libertà di navigazione.

Negli ultimi mesi la Cina e le Filippine si sono rese protagoniste di incontri fin troppo ravvicinati nel South China Sea, nel corso dei quali le unità della guardia costiera cinese hanno utilizzato cannoni ad acqua contro i vascelli di Manila.

“Il rispetto della sovranità nazionale e le regole e le norme concordate basate sul diritto internazionale sono alla base della stabilità della nostra regione”, ha affermato Marles.

All’interno della dichiarazione congiunta rilasciata dai capi della Difesa dei quattro alleati, non viene fatta menzione della Cina.

I quattro paesi hanno riaffermato la loro posizione secondo cui una sentenza arbitrale internazionale del 2016 – che invalidava le pretese di espansione della Cina per motivi storici – era definitiva e giuridicamente vincolante.

La Cina, che rifiutò di partecipare all’arbitrato, ritiene la sentenza non valida e continua a non osservarne i termini.

In riferimento alle manovre di domenica non ci sono stati commenti immediati da parte di Pechino, che l’anno scorso aveva condannato qualunque tipo di esercitazioni militari che coinvolgono gli Stati Uniti e i suoi alleati nelle acque contese, giudicandole una sfida ai suoi interessi territoriali.

L’ambasciata del Giappone a Manila aveva reso noto che avrebbe schierato il suo cacciatorpediniere, il JS Akebono, per le esercitazioni che includono l’addestramento alla guerra antisommergibile.

“Il Giappone ritiene che la questione relativa al South China Sea sia direttamente correlata alla pace e alla stabilità della regione e costituisca una legittima preoccupazione della comunità internazionale”, si legge nella nota firmata dal ministro della Difesa giapponese Minoru Kihara.

Il segretario alla Difesa filippino Gilberto Teodoro Junior ha affermato che le esercitazioni militari saranno le prime di una serie di attività per rafforzare la “capacità di autodifesa individuale e collettiva” delle Filippine.

L’attività marittima si è svolta giorni prima di un vertice tra i leader di Giappone, Stati Uniti e Filippine, in quella occasione gli Stati Uniti caldeggeranno l’entrata del Giappone nel patto AUKUS.