ROMA - La Cassazione ha dato l’ok al referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Per l’Ufficio centrale della Suprema Corte, come anticipato da Repubblica on line, è quindi legittima la richiesta di abrogazione.  

L’ordinanza della Cassazione arriva dopo il pronunciamento della Consulta che aveva, tra l’altro, considerato illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. La parola definitiva torna ora alla Corte Costituzionale. 

La decisione è illustrata in una’ordinanza di circa trenta pagine. 

Invece i giudici non hanno dato invece il via libera al quesito presentato dai Consigli regionali che puntavano all’abrogazione parziale.  

Nella sentenza del 3 dicembre scorso, la Consulta ha affermato che il regionalismo “corrisponde a un’esigenza insopprimibile della nostra società, come si è gradualmente strutturata anche grazie alla Costituzione” e spetta, però, solo al Parlamento il compito di “comporre la complessità del pluralismo istituzionale”. 

Dopo il pronunciamento della Corte, in una nota, il deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, sottolinea che si tratta di una decisione “importante contro una legge che aumenta le disuguaglianze tra i territori e indebolisce l’unità nazionale”.   

Secondo il parlamentare, la sentenza ha chiarito che materie fondamentali come ambiente, energia, trasporti e commercio estero non possono essere trasferite alle Regioni, riconoscendole come competenze centrali dello Stato, e ribadisce che il quesito sull’abrogazione totale deve andare avanti.  

“Questa è la disfatta dell’autonomia differenziata leghista e del mercimonio politico tra Meloni e Salvini”, sottolinea Bonelli, avvertendo che “l’autonomia differenziata non può essere uno scambio politico per altre riforme come il premierato”, e rimarcando che il referendum è “una grande occasione per fermare questa deriva e permettere ai cittadini di esprimersi su una riforma sbagliata”. 

Anche la vicepresidente del Comitato nazionale contro l’autonomia differenziata e segretaria confederale Uil, Ivana Veronese, si dice soddisfatta, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale a gennaio, che dovrà esprimersi sull’ammissibilità totale. 

La sindacalista spiega che la Cassazione aveva già disposto l’unificazione del quesito abrogativo totale con quello delle Regioni e ora ha eliminato i quesiti di abrogazione parziale dell’autonomia differenziata delle Regioni. “Andiamo dunque avanti sulla eliminazione totale di questa legge ingiusta”, conclude. 

I rappresentanti del M5s nelle commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato, Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza in una nota evidenziano che “la Cassazione smentisce le affermazioni emerse dal centrodestra”, aggiungendo che “passo dopo passo, con il lavoro approfondito in Parlamento, la passione e la determinazione, chiuderemo questo pagina da incubo e salveremo i diritti dei cittadini, che con quella legge sarebbero stati calpestati”. 

Anche la governatrice sarda Alessandra Todde festeggia l’ordinanza dalla Corte Suprema, ricordando che “la Sardegna ha combattuto in prima fila per difendere la sua specialità e per opporsi ad una legge iniqua che spacca l’Italia e aumenta le disuguaglianze”, e aggiungendo che l’isola “vuole avere l’opportunità di diventare locomotiva d’Italia e difenderà con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che gli spettano”.