BERLINO – La Cina sta “accrescendo” le sue forze armate, la sua Marina è “alla pari” degli Usa e ha ormai “1.000 testate nucleari”: “tutto ciò non avviene per una parata militare a Pechino” ma per usare questa forza, con rischi “sempre maggiori” per Taiwan. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte in visita a Berlino.

“Ciò mostra che il teatro dell’Indopacifico è legato a quello nordatlantico”, ha aggiunto. “Prima di attaccare Taiwan, Xi Jinping chiamerà senz’altro il suo alleato minore, Vladimir Putin, per chiedergli di tenerci impegnati in Ucraina”, ha ribadito. “Oggigiorno - ha ancora dichiarato Rutte - ci si mette troppo tempo ad avere mezzi sia in Europa sia negli Stati Uniti, questo è il problema, e non abbiamo bisogno di ulteriori barriere amministrative”. 

Il segretario della Nato rispondeva a una domanda sul possibile fallimento del progetto Fcas franco-tedesco-spagnolo, ovvero il jet di sesta generazione. “Per questa ragione dobbiamo accrescere la produzione; non abbiamo preso la decisione di arrivare al 5% del Pil in difesa per fare felice una persona sola  (Donald Trump, ndr) ma per affrontare le minacce attuali”, ha aggiunto. “Se oggi si ordina una batteria di Patriot arriva fra 10 anni”, ha lamentato.

Nel  frattempo, Taiwan ha dato il via alle sue esercitazioni militari annuali su vasta scala tarate per fronteggiare un ipotetico attacco da parte della Cina. Denominate “Han Kuang”, le manovre cadono in una fase di crescenti tensioni tra Taipei e Pechino, caratterizzandosi per la durata di 10 giorni circa (9-18 luglio), il doppio rispetto a quelle fatte nel 2024, con lo scopo di mostrare pubblicamente le difese dell’isola e di inviare un chiaro segnale di deterrenza verso la leadership mandarina.

La Cina rivendica Taiwan come parte “sacra” e “inalienabile” del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario, alimentando i timori di un conflitto più ampio che coinvolga anche gli Stati Uniti, il principale alleato di Taiwan. Lanciate nel 1984, le manovre Han Kuang prevedono attività computerizzate e a fuoco vivo con lanciarazzi, droni e missili anche sviluppati a Taiwan.  

“Le esercitazioni di Taiwan non sono altro che un trucco ingannevole e un bluff”, ha commentato Jiang Bin, portavoce del ministero della Difesa cinese.