ROMA - L’ovazione tributata alla premier, le critiche al Partito Democratico e l’auspicio che il M5s stelle venga cancellato, al congresso di Azione, sposta l’asse del partito guidato da Carlo Calenda di qualche grado in direzione del centrodestra e rimette in discussione il percorso di costruzione del cosiddetto “campo largo”. 

A intervenire per primo è Matteo Renzi quella di Calenda è stata una operazione di chiarezza, e la dimostrazione che l’ex alleato “considera Meloni una statista internazionale, per me è una influencer non all’altezza di guidare l’Italia”, spiega a Repubblica. 

In riferimento, in particolare, all’ovazione che hanno tributato i delegati di Azione alla presidente del Consiglio, afferma: “Quell’applauso ci divide”.  

Il Pd, dal canto suo, prende atto di questo spostamento che, dalle dichiarazioni di alcuni esponenti, sembra in realtà metabolizzato da tempo. 

La segretaria Elly Schlein è netta nel chiedere a Calenda di decidere da che parte stare, “con i progressisti o con la destra”, mentre l’eurodeputato Marco Tarquinio afferma che, secondo lui, il centrosinistra “ha bisogno di costruzione e non della distruzione creativa di Calenda”. 

Meno netta l’ala riformista del partito, che tuttavia respinge i richiami provenienti dal leader di Azione.  

“Io continuo testardamente a pensare che il Pd debba essere un partito plurale, con una cultura di governo. Quindi, la mia battaglia assieme ad altri continua a farla all’interno”, spiega al Foglio Alessandro Alfieri, senatore della minoranza dem.  

Quella di Calenda per Alfieri è una strategia mirata a dare visibilità al proprio partito, ma auspica che Azione possa rimanere stabilmente nel campo progressista perché “c’è bisogno del suo supporto”.  

Se Alfieri vede nella mossa di Calenda solo un tentativo di ritagliarsi uno spazio di visibilità, da Forza Italia arrivano aperture all’ingresso di Calenda nella maggioranza di governo. “Siamo aperti, pronti ad accoglierlo”, dice Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, secondo cui “ci sarebbero poche difficoltà a costruire un accordo più ampio”.  

Invito a cui ha risposto il vicesegretario di Azione, Ettore Rosato: “Non siamo assolutamente interessati a entrare in maggioranza e non ci entreremo. Voteremo a favore di quello che riteniamo giusto, contro quello che riteniamo sbagliato”.