SAN GIUSEPPE VESUVIANO (Napoli) - Aveva effettuato un sopralluogo durato 20 minuti alla sinagoga napoletana, lo scorso 20 ottobre, il cittadino di origini marocchine Firaoun Mourad, 34 anni compiuti il 18 gennaio, arrestato dalla Digos a San Giuseppe Vesuviano. La Procura del capoluogo regionale campano (Pm Claudio Orazio Onorati) gli contesta il reato d’associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico.
L’uomo progettava atti antisemiti ed è fortemente indiziato di essere legato all’Isis. Su Telegram, Facebook (sul profilo denominato “Lo Straniero”) e Instagram diffondeva contenuti propagandistici e faceva proselitismo anche sul gruppo WhatsApp chiamato “Tesori Coranici” dove gli utenti lo definivano “bravissimo maestro”, per avere predicato vendetta e dimostrato nessuna compassione. Il suo obiettivo era, per gli investigatori, cooptare musulmani giovani e giovanissimi per spingerli ad auto-addestrarsi e compiere attentati terroristici e azioni violente all’arma bianca, da fuoco e bombe. Tra il materiale che veicolava c’erano anche video di attentati, stragi, decapitazioni, cattura e tortura dei nemici con, in sottofondo, musiche e versi inneggianti all’uccisione di civili e agli autori di attentati, come il responsabile dell’attentato terroristico dello scorso 23 agosto a Soligen.
A dare una svolta alle indagini, una conversazione registrata dopo l’attentato di Magdeburgo, che ha provocato sei vittime. Mourad, già dal luglio 2024, era tenuto sotto controllo, dopo il rientro nel Napoletano dalla provincia di Verona.
Determinanti per inquadrarlo sono state le captazioni delle sue conversazioni al cellulare dalle quali sono emersi i segni tipici dei processi di radicalizzazione e reclutamento online, finalizzati a sostenere la causa jihadista anti-occidentale.
Dopo avere ravvisato la sua pericolosità sono state subito implementate le misure di sicurezza a garanzia della comunità ebraica partenopea, che proprio grazie al lavoro degli investigatori non è mai stata in pericolo. Il marocchino era tenuto sotto controllo sia sul web sia attraverso pedinamenti: frequentava la zona della stazione centrale e l’arresto è scattato quando ha cercato di acquistare un particolare coltello che, secondo l’analisi delle conversazioni, intendeva usare per dare sacralità all’attentato che intendeva compiere.
Il “lupo solitario” non si era mai realmente integrato in Occidente e non mancava mai di sottolineare la sua avversione contro ebrei e occidentali, in particolare nei confronti delle donne. Inoltre, aveva poche frequentazioni e lavorava saltuariamente. Sono state eseguite una serie di perquisizioni ad alcune persone entrate in contatto con l’indagato.
Per gli organismi investigativi internazionali il raid di Hamas del 7 ottobre 2023 ha prodotto un impulso alla propaganda e all’auto-addestramento jihadista delle cosiddette “cellule dormienti”, a cui delegare il compito di colpire i Paesi occidentali, “colpevoli” di appoggiare Israele.