BAHÍA BLANCA – “Tutto avrei immaginato nella vita, ma non che mi sarei trovato nel fango fino a metà gamba a cercare di mettere in salvo computer e carpette di documenti… E senza nemmeno gli stivali di gomma”. Ora scherza, Nicola Bazzani, console italiano a Bahía Blanca, ma ammette di aver passato momenti difficili.

Il 7 marzo, il giorno del disastro, aveva lasciato a casa di dipendenti, per motivi di sicurezza. “Ma abito vicino al consolato e, in un momento di pausa dalla pioggia, ho pensato di andare in sede per verificare che tutto fosse a posto”, racconta.

Nel giro di due ore la situazione è degenerata. Erano previsti 200 millimetri di pioggia: ne sono caduti 400, che hanno fatto esondare due piccoli torrenti.

L’acqua è defluita verso il centro, proprio nella zona del Consolato, tanto che il livello nelle strade è cresciuto di un metro e mezzo. “Ma non è stato questo a inondare l’edificio, che è sopraelevato rispetto al ciglio stradale – dice Bazzani –. L’acqua è penetrata dagli scarichi fognari: si trattava di liquami, con tutti i rischi di contaminazione connessi”.

Il console riesce comunque a staccare la luce e mettere in sicurezza computer e apparati elettronici e il maggior numero possibile di carpette con dati personali. Solo alle 19 l’acqua inizia a defluire e può tornare a casa.

La maggior parte dell’archivio è stato messo in salvo. (Foto: Instagram del Consolato)

Il centro (dove si trova il consolato), l’area del porto e i due quartieri White e General Cerri sono le zone della città più colpite dall’ondata di fango e acqua. E proprio a White e Cerri è stata distribuita buona parte degli aiuti pubblici.

“La luce è stata ripristinata con una copertura dell’87 per cento, ma qui in centro ci sono ancora edifici senza corrente elettrica e senza acqua, oppure con acqua contaminata – dice il console –. Nel quartiere di White vive un’importante comunità italo-argentina, originaria dell’isola di Ponza. Le famiglie hanno subito forti danni, ma per fortuna non ci sono stati morti”.

Nessun italiano nemmeno tra i dispersi, come conferma Bazzani. “Almeno per ora non risulta, ma stiamo continuando a fare verifiche con l’elenco degli iscritti all’Aire”, aggiunge.

Stanno bene anche i 6 giovani volontari del Servizio civile universale che stanno operando in città, tutti appartenenti al Modavi (Movimento associazioni di volontariato italiano), e i tre missionari (due suore e un sacerdote) della fondazione Koinonia San Giovanni Battista. “Anzi, si sono messi tutti a disposizione per aiutare”, racconta Bazzani.

Da lunedì scorso la sede è chiusa, non solo per motivi di agibilità, ma anche igienici, per evitare le esalazioni tossiche. “Io e pochi altri dipendenti di ruolo abbiamo lavorato nel fine settimana per mettere in sicurezza più materiale possibile – spiega il console –. Ovviamente su base del tutto volontaria. Siamo riusciti ad accaparrarci una pompa e un generatore d’emergenza. Abbiamo rimosso i mobili e provveduto al terzo ciclo di sanificazione con ammoniaca. Deve ringraziare un’impresa specializzata, la Eco-Ambiental, i cui soci, discendenti di italiani, ci hanno immediatamente offerto aiuto”.

A inondare il Consolato sono stati gli scarichi fognari. (Foto: Instagram del Consolato)

È impressionato, Nicola Bazzani, dalla grande risposta solidale degli argentini e degli italo-argentini. A Buenos Aires e nel resto del Paese si sono subito messe in mote le raccolte di beni di prima necessità, destinati agli sfollati. “E qui in città oltre 2000 persone si sono iscritte alle liste municipali dei volontari”, afferma.

Lunedì la sede dovrebbe essere agibile e il console e i suoi collaboratori saranno sul posto. “Dobbiamo subito occuparci della parte dell’archivio danneggiata – dice –. Per fortuna si tratta solo del 15-20% per cento del totale e abbiamo già contattato un’impresa con grande esperienza nel settore, che provvederà al restauro di tutto ciò che è recuperabile”.

Almeno, la parte più recente dell’archivio era stata digitalizzata e i dati sono in salvo. “Per ironia della sorte, proprio in questi giorni dovevamo definire il contratto per la digitalizzazione di tutto il materiale”, osserva Bazzani. 

Intanto si guarda avanti. “Spero già di annunciare martedì la riapertura della sede, sebbene con orario ridotto, e la ripresa dei servizi – afferma Bazzani con ottimismo –. Per ora funzioneremo per servizi come legalizzazioni, notifiche e sussidi. Appena possibile, riprenderemo anche passaporti, carte di identità e pratiche di cittadinanza”.

Il console tranquillizza i cittadini: “Nessuno appuntamento andrà perduto, un po’ di pazienza e ricollocheremo tutti”. E aggiunge con orgoglio: “Il nostro servizio telefonico non ha mai smesso di funzionare. In questi giorni abbiamo persino gestito il caso di una persona che sembrava dispersa sulle Ande, nel Sud dell’Argentina, ma per fortuna è stata ritrovata. Dovevamo dare una risposta ai familiari in Italia, angosciati, anche se noi stessi eravamo in difficoltà”.

Per il resto, Bahía Blanca è una città che cerca lentamente di tornare alla normalità. Le priorità ora sono lo smaltimento dei mobili residui dalle strade e la sanificazione. Il rischio di contaminazione, batterica e da sostanze tossiche, è ancora presente.

“Non c’è stata un’emergenza alimentare, né si sono visti assalti ai supermercati – dice Bazzani –. Certo, persiste il disagio dei negozi e supermercati aperti a macchia di leopardo, ma giorno dopo giorno, man mano che luce e acqua vengono ripristinate, vedo che la situazione migliora. Lo stesso discorso vale per le scuole”. I centri sanitari sono attivi, come pure gli ospedali, anche se hanno sospeso gli interventi riprogrammabili per dare la precedenza alle emergenze. E nei giorni scorsi, anche le cliniche private avevano dato la disponibilità ad aiutare, se necessario.