ROMA - La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima parte della legge della Regione Toscana n. 30 del 2024, che disciplinava le concessioni balneari.  

Con la sentenza depositata oggi, i giudici hanno accolto il ricorso del governo, sostenendo che le norme regionali violano la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza. 

Nel mirino sono finiti gli articoli 1, 2 (commi 3 e 4) e 3 della legge, che modificava una precedente normativa del 2016, prevedendo criteri premianti per l’assegnazione delle concessioni e un indennizzo al concessionario uscente. Secondo la Consulta, tali disposizioni avrebbero inciso sull’equilibrio del mercato, ostacolando la libera concorrenza tra operatori. 

Pur riconoscendo che le concessioni balneari toccano competenze regionali, la Corte ha ribadito che quando sono in gioco modalità di selezione degli operatori e assetti concorrenziali, la competenza torna in capo allo Stato.  

Le motivazioni della Regione, basate sull’inerzia del legislatore nazionale e sulla tutela dell’affidamento degli operatori, non sono state quindi ritenute sufficienti a giustificare l’invasione di campo. 

Secondo i giudici, infatti, esistono già nell’ordinamento nazionale e comunitario principi e strumenti utili a garantire lo svolgimento delle gare da parte dei Comuni.