CÒRDOBA - Una donna di Córdoba, che aveva portato avanti una gravidanza surrogata, ha dato alla luce una bambina prematuro, ma la madre biologica, una francese, ha rifiutato di prendersene cura, lasciandola in una clinica e mettendo in evidenza le problematiche legali ed etiche di questa pratica, in un Paese che non ha una regolamentazione chiara in merito. 

La gestante aveva pianificato di partorire a Buenos Aires ma, a causa di complicazioni durante la gravidanza, il parto è avvenuto prematuramente a Villa Allende, in provincia di Córdoba, nella clinica dove effettuava il monitoraggio regolare della gravidanza.   

La neonata è nata con gravi difficoltà respiratorie e neurologiche, motivo per cui l’agenzia ha informato la donna francese delle complicazioni e quest’ultima ha deciso di non assumersi la responsabilità di prendersi cura della bambina, rifiutandosi di accoglierla.  

In un’e-mail inviata all’agenzia, la madre biologica ha dichiarato di non voler affrontare la maternità, a causa delle gravi disabilità della neonata. 

Al momento del parto, la gestante aveva chiarito la sua situazione al personale medico, specificando che la bambina non era sua figlia e che si trattava di un caso di maternità surrogata. Ha comunicato che la madre legittima era la donna francese, che si era avvalsa della surrogazione per poter diventare madre. La spiegazione della gestante ha immediatamente fatto scattare l’allarme tra i medici, che hanno avvertito la giustizia per la particolarità del caso. 

La ragazza di Córdoba ha continuato a prendersi cura della bambina durante il suo ricovero in ospedale, dove è stata assistita in neonatologia fino alla metà di gennaio. È stato essenziale che la neonata avesse un legame di attaccamento, fondamentale per la sua salute psicologica e fisica, contribuendo così alla sua ripresa. 

La bambina, che è rimasta ricoverata in neonatologia per diversi mesi, è ora sotto la custodia temporanea di una famiglia adottiva, in attesa di essere dichiarata adottabile. Le indagini sul caso hanno portato a una perquisizione nell’ufficio dell’avvocato che aveva gestito l’intero processo di surrogazione, dove sono stati trovati 10.000 dollari, cifra che l’avvocato aveva detto di voler usare per pagare la gestante. In Argentina, la surrogazione di ventre a pagamento è vietata, e questo ha sollevato ulteriori interrogativi sulla legalità dell’intera operazione.   

Il caso ha messo in luce una serie di problematiche legali che riguardano la gestazione surrogata in Argentina, dove la pratica non è ancora regolata da una legge specifica. In alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e pochi Stati europei, la surrogazione è legalmente regolamentata, ma in Argentina, la pratica si colloca in un vuoto normativo, che permette che tutto ciò che non è esplicitamente vietato venga considerato legale. 

Attualmente, sono in corso numerose indagini su casi di “turismo della fertilità” legati alla gestazione surrogata, con oltre 49 cause aperte in cui si ipotizza che siano coinvolte donne vulnerabili, reclutate da agenzie internazionali per portare avanti gravidanze per conto di genitori stranieri.  

Queste donne, spesso provenienti da situazioni economiche precarie, vengono pagate per diventare madri surrogate, ma la mancanza di una legge che regoli la pratica le lascia esposte a potenziali abusi e sfruttamenti. 

La Corte Suprema di Giustizia dell’Argentina, in un recente pronunciamento, ha chiarito che la madre biologica è la donna che dà alla luce il bambino, indipendentemente da chi abbia fornito il materiale genetico. Tuttavia, ha anche sottolineato le difficoltà derivanti dall’assenza di una legislazione chiara sulla surrogazione e ha invitato il Parlamento a prendere in considerazione una legge che regoli in modo adeguato la questione.  

Questo caso di Córdoba, come altri simili, solleva interrogativi cruciali sul trattamento delle donne gestanti e sulla protezione dei diritti dei bambini nati da surrogazione. 

Una situazione simile si era verificata in Germania, con una neonata nata tramite gestazione in Argentina per una coppia di genitori tedeschi. La bambina, che era stata portata in Germania dopo il parto, è stata subito presa in custodia dalle autorità tedesche quando un medico ha denunciato che si trovava in condizioni di grave malnutrizione. La vicenda, che ha coinvolto anche le ambasciate dei due Paesi, ha evidenziato le problematiche legali legate alla surrogazione internazionale.