MELBOURNE - Al suo posto, figuravano la bandiera aborigena, quella delle Isole dello Stretto di Torres e la bandiera “Progress Pride”.
La decisione ha suscitato una forte reazione pubblica, soprattutto dopo la pubblicazione di un sondaggio dell’Institute of Public Affairs (IPA), condotto da Dynata su un campione di 1000 persone, secondo il quale il 71% degli australiani ritiene che la bandiera nazionale rappresenti un simbolo di unità. Solo il 10% degli intervistati ha dichiarato di volere l’eliminazione della bandiera australiana.
Il vicedirettore dell’IPA, Daniel Wild, ha definito la bandiera nazionale come “la più inclusiva”, rappresentando “tutti gli australiani, indipendentemente da razza, religione, etnia o genere”. Wild ha anche sottolineato che le bandiere aborigena e delle Isole dello Stretto di Torres hanno un ruolo importante, ma l’Australia ha una sola bandiera nazionale.
Tra i materiali contestati figurano volantini per l’iscrizione all’asilo, newsletter per famiglie e comunicazioni sanitarie. Secondo quanto riportato dal quotidiano The Herald Sun, almeno un ufficio comunale espone solo le tre bandiere minoritarie sulle porte d’ingresso.
Il sindaco Anthony Marsh e il direttore generale del consiglio hanno negato di essere a conoscenza dei volantini prima che la notizia trapelasse. Martedì sera, il consiglio ha votato per modificare la propria linea sulle bandiere, assicurando che in futuro la bandiera australiana sarà sempre inclusa nei materiali ufficiali.
Wild ha commentato che la reazione pubblica dimostra che gli australiani “ne hanno abbastanza” della politica identitaria divisiva, ribadendo che i simboli nazionali devono essere rispettati perché uniscono più di quanto dividano.