ROMA - Sulle prospettive delle imprese in Italia per quest’anno gravano l’incertezza e le preoccupazioni derivanti dagli effetti diretti o indiretti delle politiche commerciali degli Stati Uniti, e al momento continuano a prevalere le valutazioni di peggioramento sia della situazione economica generale corrente sia delle condizioni operative a breve termine.
Nel primo trimestre dell’anno in corso, prima delle decisioni della scorsa settimana sui dazi commerciali da parte dell’amministrazione Trump, erano migliorati i giudizi sull’andamento delle vendite, sia correnti sia per il trimestre successivo, in particolare nella manifattura, proprio grazie alla domanda estera.
È la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nella sua Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita, che coinvolge imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti su un campione ampliato da questa edizione da 1.500 a 2.500 unità. La rilevazione è stata condotta tra il 21 febbraio e il 19 marzo, riporta Bankitalia con un comunicato.
Per il prossimo trimestre si prefigura un’espansione anche dell’occupazione in tutti i settori, con aumenti salariali nel complesso contenuti. Nelle costruzioni, i giudizi sulla domanda e sulle condizioni operative restano migliori che nel resto dell’economia, ma è rallentata l’attività delle imprese operanti prevalentemente nel comparto residenziale.
Pur ritenendo le condizioni per investire ancora sfavorevoli, si legge, le imprese si attendono un aumento della spesa nominale per investimenti nel 2025 in linea con quello previsto nella precedente indagine. Le valutazioni sull’accesso al credito risultano stabili e la posizione di liquidità è ritenuta nel complesso soddisfacente.
I listini praticati dalle imprese negli ultimi 12 mesi sono cresciuti a un ritmo marginalmente più sostenuto nell’industria e hanno rallentato nei servizi e nelle costruzioni, ma per i prossimi 12 mesi la crescita dei prezzi rimarrebbe nel complesso moderata. Le aspettative delle imprese sull’inflazione al consumo sono aumentate su tutti gli orizzonti di previsione, pur rimanendo su valori inferiori al 2 per cento.