CANBERRA - L’ex leader dei Nazionali ha ufficializzato il suo passaggio a One Nation, confermando settimane di speculazioni e segnando uno dei cambi di squadra più clamorosi degli ultimi anni.
Il deputato, rappresentante del seggio del New England, siederà alla Camera come rappresentante di One Nation fino alla fine della legislatura, per poi guidare la lista del partito al Senato nel New South Wales nelle elezioni federali del 2028.
In un messaggio pubblicato sui social, Joyce ha spiegato di aver “riflettuto a lungo” sulla decisione e di ritenere che “la scelta migliore” per il suo futuro politico sia candidarsi con One Nation. “Saranno gli elettori a giudicare”, ha dichiarato.
La rottura con i Nazionali era stata annunciata nell’ultimo giorno di lavori parlamentari del 2025, quando Joyce aveva lasciato il partito lamentando un rapporto deteriorato con la leadership e la propria marginalizzazione dopo le elezioni di maggio. Da allora aveva sedeva sui banchi degli indipendenti, evitando però di chiarire quali sarebbero state le sue intenzioni.
Il passaggio a One Nation era diventato sempre più probabile dopo una cena privata con Pauline Hanson a Canberra, immortalata mentre i due condividevano una bistecca cucinata su una sandwich press. La leader del partito ha accolto Joyce come un acquisto di peso: “Rinforza la nostra posizione in Parlamento, mentre sempre più australiani ci danno fiducia”, ha detto.
Joyce diventa così il primo deputato di One Nation alla Camera dei Rappresentanti dai tempi in cui la stessa Hanson sedeva nella Lower house negli anni ’90.
Il tempismo della mossa non è casuale: One Nation è in forte crescita nei sondaggi, con un primato storico oscillante, a seconda dei diversi istituti di rilevazione, tra il 14 e il 18 per cento dei consensi primari. Un recente sondaggio Resolve suggerisce che il 29 per cento degli elettori sarebbe più incline a sostenere il partito con Joyce in un ruolo di leadership.
Il cambio di bandiera, però, non è stato accolto positivamente da tutti. Vecchi alleati, come l’ex senatore John “Wacka” Williams, gli avevano chiesto di non unirsi a One Nation, mentre figure di spicco dei Nazionali — tra cui Bridget McKenzie — avevano avvertito che la sua reputazione ne sarebbe stata compromessa.
Joyce, ora, punta a rilanciarsi in una formazione che sta capitalizzando sul malcontento verso i grandi partiti, soprattutto su temi come immigrazione, identità nazionale e costo della vita.