PARIGI – Un “debito colossale‘’, che rischia di portare la Francia sull‘’orlo del precipizio”: non usa mezzi termini il neo-premier francese, Michel Barnier, che in occasione del primo atteso discorso programmatico dinanzi ai deputati dell’Assemblée Nationale a 26 giorni dal suo insediamento a Matignon, ha lanciato un forte avvertimento sulla necessità di risanare le finanze pubbliche del Paese.

“Ho sentito parlare di una spada di Damocle che peserebbe su questo esecutivo. Ma la vera spada di Damocle è il nostro debito colossale che, se non facciamo attenzione, metterà il Paese sull’orlo del precipizio”, ha avvertito l’ex commissario Ue, che intende riportare il rapporto deficit-Pil al 5% nel 2025 e poi, ’‘sotto alla soglia del 3%’‘ nel 2029 (con due anni di ritardo rispetto alla scadenza fissata dal precedente governo).

Secondo Barnier, “due terzi” dello sforzo arriverà da tagli alla spesa pubblica nel 2025. Ma il settantaduenne Républicain chiede anche nuovi sacrifici fiscali, “mirati” e “temporanei”, ai “francesi più ricchi” nonché alle imprese che “realizzano profitti importanti”. Sul fronte dell’immigrazione, il premier neogollista - che non dispone di una maggioranza assoluta in parlamento - sottolinea la necessità di “controllare meglio le nostre frontiere”, anche attraverso la rapida attuazione de Patto Ue sull’immigrazione e l’asilo.

In aula, la leader del Rassemblement National (Rn), Marine Le Pen, lo ha invitato ad adottare già da inizio 2025 una nuova legge sull’immigrazione se non vuole essere sfiduciato dai deputati di estrema destra. La minaccia di una mozione di censura (o sfiducia per dirla all’italiana) è stata nuovamente brandita anche dalla gauche. Dopo la dichiarazione di politica generale di Barnier, ha spiegato la capogruppo della France Insoumise (Lfi) Mathilde Panot, le priorità della sinistra radicale sono tre: “sfiduciare il governo”, “destituire” Macron e “sostituirlo” al più presto.

Il discorso programmatico si era aperto con un minuto di silenzio in omaggio a Philippine, la studentessa di 19 anni, ritrovata uccisa e sepolta sabato scorso nel Bois de Boulogne, a Parigi, a poche centinaia di metri dalla sede dell’università frequentata dalla ragazza. Prendendo la parola, il capo del governo ha espresso il suo “cordoglio” per la tragica morte della ragazza. “Pensiamo a lei, alla sua famiglia e a tutte le donne vittime di violenza”, ha aggiunto, prima di esporre la sua road map per la Francia.

Poco dopo, è arrivata una prima contestazione dei deputati Insoumis, che hanno brandito le proprie schede elettorali contro un premier ritenuto “illegittimo”, ma Barnier non si è scomposto più di tanto. Dopo i timori suscitati nei giorni scorsi dalla presenza nel nuovo esecutivo di ministri ritenuti ultraconservatori, come il titolare dell’Interno, Bruno Retailleau, Barnier è tornato a garantire che “non ci sarà alcuna messa in discussione di libertà” fondamentali, come il diritto all’aborto (Ivg) o le nozze tra persone dello stesso sesso. Il savoiardo ha omaggiato, tra l’altro, Simone Veil, ex ministra della Salute nonché madre della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, “con cui - ha detto - ho avuto l’onore di sedere nello stesso governo”. 

Ha promesso tolleranza zero contro qualsiasi forma di razzismo e antisemitismo e si è schierato in difesa della laicità. Diversi sindacati, tra cui la Cgt, hanno manifestato a Parigi e in numerose città della Francia contro le politiche seguite finora dal governo.

Barnier, dal canto suo, si è detto disponibile a “riprendere il dialogo” su alcuni punti della contestata riforma pensionistica e ha aperto alla possibilità di introdurre una quota di proporzionale nel sistema elettorale.