LONDRA - L’esecutivo britannico sta esaminando nuove forme di finanziamento per garantire la tenuta economica dell’emittente in un panorama mediatico in rapido cambiamento.
Il Regno Unito sta prendendo in considerazione una riforma profonda del modello di finanziamento della BBC, che potrebbe aprire per la prima volta alla pubblicità o a formule di abbonamento. Le ipotesi allo studio mirano a superare l’attuale sistema del canone obbligatorio, pagato da ogni famiglia che guarda la televisione in diretta, un meccanismo da tempo al centro di polemiche politiche e dibattiti pubblici.
La questione del canone è diventata sempre più sensibile negli ultimi anni, sia per il calo del numero di contribuenti, sia per le accuse di parzialità rivolte all’emittente da partiti di schieramenti diversi. La BBC, che continua a presentarsi come un punto di riferimento per l’informazione imparziale e per la qualità del servizio pubblico, subisce oggi pressioni crescenti anche sul piano finanziario, in un mercato dominato da piattaforme digitali e streaming a pagamento.
La segretaria alla Cultura Lisa Nandy ha avviato ieri una revisione del Royal Charter della BBC con l’obiettivo dichiarato di “mettere in sicurezza il futuro” dell’istituzione. Pur restando ampiamente apprezzata dall’opinione pubblica britannica, la BBC deve fare i conti con un contesto mutato, nel quale il canone annuale da 174,50 sterline non garantisce più entrate stabili come nel passato.
Tra le opzioni sul tavolo c’è la possibilità di introdurre spazi pubblicitari su servizi online o su alcune piattaforme, rompendo una tradizione che ha sempre distinto la BBC dalle emittenti commerciali. Una scelta che, tuttavia, potrebbe avere effetti collaterali, sottraendo risorse a un mercato pubblicitario già in contrazione e penalizzando operatori come ITV, la principale rete commerciale free-to-air del Paese.
Un’altra proposta prevede un modello ibrido: notiziari, attualità, programmi informativi e contenuti per bambini resterebbero finanziati dal canone e disponibili a tutti, mentre produzioni più costose e appetibili, come fiction e intrattenimento, potrebbero essere offerte in abbonamento. Secondo il governo, si tratterebbe di un compromesso tra accesso universale e sostenibilità economica.
Nandy ha ribadito che la BBC deve riflettere la società britannica, contribuire alla crescita economica e mantenere un finanziamento equo e duraturo. “La BBC deve restare fermamente indipendente, responsabile e capace di meritare la fiducia del pubblico”, ha detto.
Il direttore generale Tim Davie, dimessosi dopo le polemiche legate a una causa intentata dal presidente statunitense Donald Trump ma ancora in carica, ha accolto positivamente l’idea di riforme. “Vogliamo cambiare, per continuare a servire il Regno Unito anche nelle prossime generazioni”, ha affermato.
Sullo sfondo resta la causa legale da 10 miliardi di dollari USA avviata da Trump per presunta diffamazione, un ulteriore elemento di pressione su un’istituzione chiamata ora a ridefinire il proprio ruolo e il proprio modello economico.