Barry, Robin, Maurice Gibb, nati nell’Isola di Man, nel Regno Unito, cresciuti in Australia, nei pressi di Brisbane, dove, dotati di talento vocale già da piccoli, i tre fratellini si fecero conoscere attraverso una radio locale, diventati i Bee Gees, tra le band pop iconiche dalla fine degli anni Sessanta a tutti i ‘70 e ‘80, con quel falsetto inimitabile e quel ritmo che induce immediatamente a ballare anche se non sei Tony Manero della febbre del sabato sera, quel “Saturday Night Fever” con John Travolta che li consacrò. Il loro “restare vivo”, “Staying Alive” ci suona alla pancia ancora oggi e se le parole “disco music” hanno un senso lo si deve in tanta parte a loro.
Sulla scia dei documentari biopic delle star della musica arriva, finalmente, anche quello sui tre fratelli Gibb: “The Bee Gees: How Can You Mend A Broken Heart” con la regia di Frank Marshall, selezionato al festival di Telluride e già disponibile sulle piattaforme Prime Video, Apple Tv e Google Play.
Quaranta album, oltre mille canzoni e venti hit in testa alle classifiche, inseriti fra i cinque artisti di maggior successo della storia della musica con più di 220 milioni di dischi venduti (includendo album prodotti e scritti per altri artisti), i Bee Gees sono stati protagonisti di anni in cui le band del rock erano i Rolling Stones, i Led Zeppelin, i Pink Floyd, i Deep Purple e molto altro e loro erano considerati “minori” a dispetto dei fenomenali record di vendite al pari dei Beatles e successivamente di Michael Jackson.
Il cuore del film è proprio questo: dove, esattamente, i Bee Gees si inseriscono nella storia del pop? Quanto sono stati davvero grandi? Se all’epoca la risposta era appunto un piano sotto l’Olimpo, a distanza di decenni la pensiamo ugualmente così? Barry Gibb, Eric Clapton, Mark Ronson, Noel Gallagher, Lulu, Nick Jonas, Chris Martin e Justin Timberlake rispondono sul tema.
Il film racconta l’affascinante storia di tre fratelli che hanno inseguito un’emozione fin da bambini: la gioia di cantare insieme e creare canzoni dal sound unico capaci di influenzare grandi musicisti. Dopo la morte di Maurice avvenuta il 12 gennaio 2003, quella di Robin il 20 maggio 2012, ha chiuso definitivamente la storia di questo leggendario gruppo, anche se la fervente attività di Barry tende ad onorarne continuamente la memoria.
Una storia non solo di incredibili successi, ma anche di cadute e sconfitte e un’occasione per esplorare la creatività alla base del fenomeno intramontabile e senza tempo. La voce dei tre inconfondibile, acuta, “angelica” ha elevato la melodia pop all’ennesima potenza, al pari non a caso di Jackson. Il biopic è stato scritto da Mark Monroe (“The Beatles: Eight Days a Week).
“Così come molte altre persone nel mondo, ho amato la musica dei Bee Gees per tutta la mia vita. Ma è solo quando ho intervistato Barry per la prima volta, circa tre anni fa, che ho scoperto il loro straordinario istinto creativo, il loro dono musicale, il senso dell’umorismo e il legame tra fratelli che li ha resi così unici. È un grande onore per me far parte di questo film e poter celebrare l’enorme influenza che i Bee Gees hanno avuto sulla musica pop” ha dichiarato il regista e produttore Frank Marshall.