MILANO - Dopo 13 anni di caso giudiziario e sei di processo, Silvio Berlusconi e con lui tutti i 28 imputati del processo Ruby Ter, sono stati assolti con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, dal Tribunale di Milano mercoledì scorso.

Accuse dunque tutte cancellate per Berlusconi, imputato per corruzione e per cui la Procura aveva chiesto sei anni di reclusione e oltre 10 milioni di euro di confisca, e per gran parte degli altri 28 imputati, tra cui Karima el Mahroug, la famosa Ruby e le cosiddette ‘ex olgettine’, una ventina in tutto. Ma anche l’ex legale di Ruby, l’avvocato Luca Giuliante, e Luca Risso, ex compagno della giovane marocchina che era imputato per riciclaggio. Prescritte, invece, le imputazioni di calunnia, che erano contestate a Roberta Bonasia (nei confronti dell’olgettina Ambra Battilana) e le false testimonianze imputate a Simonetta Losi, moglie del pianista di Arcore, Mariano Apicella e Maria Rosaria Rossi, ex senatrice ed ex fedelissima del Cavaliere.

Dopo la lettura della sentenza il pubblico ministero Tiziana Siciliano ci ha tenuto a rimarcare che per lei il verdetto “non è una sconfitta, ma un’assoluzione e che non è una gara con vincitori e sconfitti”. “Il collegio che ha deciso oggi - ha concluso - gode della nostra assoluta stima”.

Una reazione molto equilibrata nonostante la Corte abbia completamente respinto qualsiasi accusa, anche perché, all’interno del dispositivo, si comprende che i giudici non hanno smontato il lavoro degli attuali pm, ma rilevato un vizio di procedura nei primi processi, quando i magistrati dell’epoca trattarono le olgettine come testimoni e non, come avrebbero dovuto, come indagate. Questo l’errore che a cascata porta la caduta di tutte le accuse. Tutte le olgettine “non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone”, dovevano essere indagate nel 2012 e avere quindi il diritto di mentire ai giudici. L’ipotesi di falsa testimonianza dunque salta. E salta anche quella di corruzione di cui è accusato Berlusconi, perché se le ragazze non potevano essere testimoni, non potevano essere corrotte, perché il reato di corruzione si applica solo ai testimoni, che diventano pubblici ufficiali e non agli indagati. 

“Sono stato finalmente assolto dopo più di 11 anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”, ha scritto Berlusconi sui social commentando il verdetto del Tribunale di Milano. 

“Ruby è stata tutta un’invenzione il mio nome rimane Karima e ora è finito un incubo”, ha commentato anche  Karima el Mahroug, che  dopo la lettura della sentenza si è presentata in aula ed è andata a stringere le mani al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e al pm Luca Gaglio. “È stata una liberazione” da una vicenda “che mi ha travolto” quando “avevo 17 anni e che è stata un macigno non da poco”, come ha detto ai giornalisti fuori uscendo poi dal Tribunale.

 

LE REAZIONI: Forza Italia chiede ora una commissione d’inchiesta sul caso, ma Meloni frena

ROMA - “Forza Italia - ha detto nell’Aula della Camera il capogruppo di FI Alessandro Cattaneo - chiede l’immediata calendarizzazione della proposta di legge sulla istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sull’uso politico della magistratura, per fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico”. 

E' durissima  la reazione del partito di Silvio Berlusconi alla sentenza che scagiona il loro leader dall’accusa di aver corrotto i testimoni del processo Ruby. Una reazione che però non è condivisa dal maggiore partito di governo, Fratelli d’Italia, che ha subito frenato. La premier Giorgia Meloni ha tuttavia salutato come “un’ottima notizia” l’assoluzione di Berlusconi, “che mette fine - ha detto - a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana”.