BUENOS AIRES - Quando l’ex Br Leonardo Bertulazzi sarà estradato in Italia, non sarà automaticamente portato in carcere per scontare la pena, ma avrà diritto a un nuovo processo per i fatti di cui è accusato, vale a dire il sequestro dell’imprenditore genovese Pietro Costa del 1977 e la partecipazione a banda armata. 

È questa la garanzia che, dopo 20 anni di stallo, ha fatto scattare il via libera dei giudici all’estradizione per la condanna in contumacia a 27 anni di carcere.  

Per ottenere l’estradizione, il sostituto procuratore generale di Genova Enrico Zucca, nella relazione inviata al ministro della Giustizia Carlo Nordio da allegare alla richiesta di estradizione, aveva specificato che, in base alla normativa, la Procura generale non può dimostrare che l’ex membro della colonna genovese fosse a conoscenza delle accuse nei suoi confronti, visto che si era rifugiato in Argentina prima dell’ordine di cattura e dei processi, e aveva sempre avuto un avvocato d’ufficio. 

Quindi, in base al trattato vigente tra il nostro Paese e l’Argentina in materia di estradizioni, Bertulazzi potrà, entro 30 giorni dal suo arrivo in Italia, chiedere un nuovo processo davanti alla Corte d’appello di Genova. Processo che ripartirà da zero, con le regole attuali, e in cui la pubblica accusa dovrà portare le prove della colpevolezza a cinquant’anni dai fatti. 

Nel 2003 Bertulazzi, che era stato arrestato a Buenos Aires otto mesi prima in seguito alla richiesta di estradizione in Italia, non era stato estradato in quanto condannato in contumacia, processo che la legge argentina non riconosceva come valido.

Nonostante la sentenza del tribunale argentino che conferma l’estradizione dell’ex Br Leonardo Bertulazzi, per questioni procedurali il provvedimento non potrà essere eseguito prima della chiusura dell’altra causa ancora aperta che riguarda il suo status di rifugiato.  

Lo sottolinea l’avvocato Rodolfo Yanzón, che proprio su questo sta facendo leva e che ha presentato un habeas corpus “contro la condizione di detenzione” di Bertulazzi, che avrebbe ˝l’obiettivo di dare esecuzione immediata all’estradizione”. 

C’è poi la dimensione politica della vicenda, con il presidente argentino Javier Milei che potrebbe decidere di fare un colpo di mano.  

Nei mesi scorsi, infatti, notizie di stampa avevano contestualizzato l’estradizione di Bertulazzi nel quadro di un patto tra la premier Giorgia Meloni e Milei: l’ex Br in Italia, in cambio di un salvataggio dalla giustizia argentina di Franco Reverberi, un sacerdote implicato nei crimini della dittatura sudamericana degli anni Settanta.  

Nel gennaio 2024, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, a cui spettava la parola finale, decise di non estradare il sacerdote.