CANBERRA - La notizia, riportata da Bloomberg, ha scosso i mercati e provocato una caduta immediata dell’1,5% del titolo BHP all’apertura della Borsa di Sydney.

Il primo ministro Anthony Albanese ha dichiarato di essere preoccupato per lo stop, invitando le parti a trovare al più presto una soluzione. “Voglio che il nostro minerale di ferro continui a raggiungere la Cina senza ostacoli: è cruciale non solo per la nostra economia, ma anche per quella cinese”. Il primo ministro ha ricordato le passate campagne di coercizione economica condotte da Pechino contro Canberra e ha sottolineato che un ritorno a quelle dinamiche sarebbe “deludente e dannoso”.

Il gruppo statale China Mineral Resources Group (CMRG), istituito per concentrare il potere d’acquisto di Pechino, avrebbe invitato gli impianti siderurgici a sospendere gli ordini a BHP nel mezzo di serrate trattative sui prezzi. Tuttavia, l’agenzia cinese Mysteel ha smentito che vi sia stato un ordine formale, alimentando incertezza e speculazioni. Per diversi analisti, più che di un vero divieto si tratterebbe di una tattica negoziale per spuntare condizioni più favorevoli a lungo termine.

Il ministro del Tesoro Jim Chalmers ha definito le notizie allarmanti e ha annunciato l’intenzione di incontrare l’amministratore delegato di BHP, Mike Henry. “In parte si tratta di accordi commerciali tra imprese, ma come governo continueremo a seguire la vicenda con calma e determinazione”.

Il minerale di ferro rappresenta una colonna portante per l’economia australiana: nel solo ultimo anno fiscale, le esportazioni hanno generato circa 138 miliardi di dollari, pari a quasi il 5% del PIL nazionale. La dipendenza di Canberra dalla domanda cinese resta dunque altissima, anche se il rallentamento del settore siderurgico di Pechino e i piani per ridurre la produzione d’acciaio nel biennio 2025-26 hanno già esercitato pressioni sui prezzi internazionali.

Il caso mette nuovamente in luce la vulnerabilità dell’Australia alle decisioni politiche ed economiche di Pechino. Per il momento, il governo federale punta a mantenere il confronto su toni pragmatici, evitando di alimentare tensioni come quelle esplose durante il precedente esecutivo Morrison. “Siamo fiduciosi che la questione verrà risolta in tempi brevi”, ha concluso Albanese, ribadendo l’importanza di mercati “aperti e trasparenti” per entrambi i Paesi.