MINSK - Una delle figure di maggior spicco dell’opposizione bielorussa, Maria Kolesnikova, è stata condannata a 11 anni di carcere. La notizia è stata comunicata dall’agenzia di stampa statale Belta e confermata dall’opposizione bielorussa.
Tanto lei che il suo avvocato, Maxim Znak - a sua volta condannato a 10 anni di carcere - sono stati accusati di cospirazione per arrivare al potere, di aver organizzato iniziative che attentano alla sicurezza nazionale e di aver dato vita a una formazione estremista.
La 39enne era stata una delle tre donne - insieme alla candidata presidenziale Svetlana Tikhanovskaya e Veronika Tsepkalo - che l’anno scorso aveva guidato le proteste di massa contro la rielezione - tra accuse di brogli - dell’autoritario presidente Aleksander Lukashenko.
Delle tre, lei è l’unica rimasta nel Paese. Tanto Kolesnikova che Znak sono in carcere da 11 mesi, essendo stati arrestati nel settembre dello scorso anno. Prima dell’arresto, le autorità bielorusse hanno cercato di portare Kolesnikova fuori dal Paese ma al confine lei ha strappato il suo passaporto.
Nel 2020 Kolesnikova ha diretto il quartier generale del candidato presidenziale della Bielorussia Viktor Babariko mentre Maxim Znak ha lavorato al quartier generale come avvocato. La condanna ha scatenato un coro di critiche dalle cancellerie occidentali.
“L’Ue ribadisce le sue richieste per il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri politici in Bielorussia (che ora sono più di 650), inclusi Maria Kolesnikova e Maxim Znak, i giornalisti e tutte le persone che sono dietro le sbarre per aver esercitato i propri diritti”. Lo scrive in una nota il portavoce del Servizio di azione esterna dell’Ue Peter Stano dopo la condanna dei due oppositori, stigmatizzata anche dal governo tedesco che tramite un portavoce durante la conferenza stampa a Berlino l’ha definita “ingiustificabile”.
Il governo britannico di Boris Johnson, per bocca del ministro degli Esteri, Dominic Raab, allo sdegno delle cancellerie occidentali per la condanna inflitta a Minsk ai due oppositori del presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko.
Raab - il cui governo ha imposto ripetutamente sanzioni nei confronti del “regime” negli ultimi mesi, d’intesa con gli alleati - ha invocato “la fine della repressione” in Bielorussia e la scarcerazione di tutti i prigionieri “politici”. “La condanna di Maria Kolesnikova e di Maxim Znak - ha affermato il capo del Foreign Office in una dichiarazione - mostra come le autorità bielorusse stiano perseguitando i difensori della democrazia e della libertà. Il regime di Lukashenko deve mettere fine a questa repressione e liberare tutti i detenuti politici”.