PERTH - Maria Rosaria Francomacaro è una lettrice di Lingua e Cultura Italiana del MAECI - Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale - presso l’Università del Western Australia di Perth, dove è arrivata circa tre anni fa.
La docente, che ha un contratto di sei anni, collabora anche con il Consolato Italiano per l’organizzazione di eventi per la promozione e la diffusione della lingua e cultura italiana. Uno degli aspetti che la lettrice del MAECI apprezza di più della sua esperienza professionale downunder è la collaborazione che si è instaurata con i colleghi del Dipartimento di Italiano dell’Università del Western Australia, la cui competenza “dal punto di vista dei contenuti e delle metodologie, ma allo stesso tempo la loro umanità”, consentono a tutti di collaborare come una squadra, senza tuttavia togliere autonomia al docente.
Uno degli obiettivi che si è prefissata Francomacaro per questi sei anni è di rendere i suoi studenti indipendenti, assumendo il ruolo di “guida per lo studente".
"Non posso sostituirmi a lui e soprattutto devo dargli gli strumenti per poter continuare ad apprendere in autonomia la lingua italiana, perché il processo di apprendimento di una lingua non si conclude mai”, dice.
Come è vero per una seconda lingua, vale anche per la nostra lingua madre, sottolinea la docente, perché nessuno sarà mai competente al 100% in tutte le abilità linguistiche della propria madrelingua; per questo si parla di un processo di ‘long light learning'.
In questo senso, il docente deve guidare gli studenti a essere autonomi e capaci di continuare a imparare anche quando il corso di lingua sarà finito, quando l’insegnante non sarà a portata di mano per aiutarlo ad affrontare i problemi di apprendimento. Insieme a fornire agli studenti gli strumenti per il loro percorso di studio, il ruolo di lettrice viene interpretato da Francomacaro come quello di un’ambasciatrice culturale, come spiega:
“Noi lettori ministeriali non rientriamo nel personale diplomatico da un punto di vista pratico e amministrativo, ma abbiamo il dovere di rappresentare il nostro Paese, ed è quello che giornalmente facciamo”. La lettrice prosegue sottolineando che nel suo ruolo incontra “tantissime persone e quindi realmente (i lettori) rappresentano l’Italia ‘day by day’.Ecco perché la mia partecipazione, non solo alle attività didattiche dell’università ma anche a tutti quegli eventi culturali che ricordano l’Italia, è importante”.
Riferendosi alla sua esperienza di migrazione temporanea in Western Australia, Maria Rosaria sostiene di “avvertire un atteggiamento positivo nei confronti dell’Italia” e di percepire una forma di gratitudine nei confronti del Bel Paese.
E ancora, parlando dell’associazione Made of Italy, creata a Perth da Andrea Pastacaldi, Francomacaro ha fatto una riflessione sul movimento migratorio di questi ultimi anni, sostenendo che sia, tutto sommato, positivo, perché le persone che si spostano non portano cose materiali, ma “creano in Australia un senso di italianità, usano la propria italianità per creare la loro storia personale in un Paese diverso, e questa è una bella cosa”.
Con il suo mandato, la lettrice intende lasciare un segno, contribuendo con nuove idee per il programma didattico e mettendo a punto dei percorsi che possano rivelarsi utili, in particolare attraverso la creazione di nuovi legami con gli atenei italiani, come il recente accordo firmato dall’Università del Western Australia con l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, dove lo scorso gennaio un gruppo di studenti australiani ha frequentato un corso di lingua e cultura di due settimane.