CERNOBBIO (Como) - Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato, nell’ambito del Forum di Cernobbio, anche il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, per un bilaterale di circa 40 minuti, durante il quale Meloni ha ribadito la centralità del sostegno all’Ucraina nell’agenda della Presidenza italiana del G7, nonché il continuo impegno a favore della legittima difesa dell’Ucraina e di una pace giusta e duratura.

Particolare attenzione è stata dedicata al tema della ricostruzione, anche in vista della Ukraine Recovery Conference, prevista in Italia nel 2025. I due leader hanno discusso degli ultimi sviluppi della situazione sul terreno e delle più immediate necessità di Kiev in vista dell’inverno e a fronte dei continui attacchi russi contro la popolazione civile e contro le infrastrutture critiche.

La guerra è adesso in una fase “di stallo”, ha fatto notare Meloni, condizione ideale per lavorare a soluzioni diplomatiche. Zelensky, da parte sua, ha rilanciato il piano di pace che, una volta ultimato, vorrebbe presentare a Joe Biden ma anche ai due candidati presidenti degli Stati Uniti, Kamala Harris e Donald Trump.

La necessità di consultare Washington, ha sottolineato il presidente ucraino dal forum di Cernobbio, deriva dal fatto che “ci sono alcuni punti che dipendono dall’America”.

Un’annotazione particolarmente importante in giorni in cui si fa sempre più spinosa la discussione tra Kiev e Washington sulla possibilità di utilizzare le armi americane per colpire in profondità il territorio russo.

Negli ultimi giorni Zelensky ha detto di voler spingere Mosca ai negoziati servendosi di due mezzi: la possibilità appunto di usare i missili forniti dagli Stati Uniti e altri Paesi Nato per colpire quegli aeroporti russi - a non più di 300 chilometri dal confine, promette - da dove partono i bombardieri per compiere raid sull’Ucraina e tramite l’offensiva nella regione russa di Kursk.

“Noi vogliamo delle garanzie”, ha ribadito Zelensky, riferendosi probabilmente a garanzie americane di difesa da possibili nuovi attacchi di Mosca anche dopo che sarà finito il conflitto in corso.

Ma anche, pare di capire, la garanzia che Washington non passi sopra la testa del governo ucraino per cercare con la Russia un compromesso al ribasso.