NAPOLI – La Corte d’Appello di Napoli ha condannato a 11 anni e 8 mesi di reclusione Emanuele Civita, il giovane che nel maggio 2023, durante una “stesa” a Sant’Anastasia (Napoli), ferì alla testa – fortunatamente in modo non grave – una bambina di 10 anni.
Si tratta di un’azione tipica della criminalità napoletana, che consiste nello sparare contro obiettivi simbolici in spazi pubblici per marcare il territorio, intimidire i rivali o affermare il proprio potere.
In primo grado, Civita era stato condannato a 14 anni, ma i giudici di secondo grado hanno escluso le aggravanti della premeditazione e della detenzione dell’arma, confermando però l’accusa di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso.
Il raid avvenne in una piazza del centro cittadino, in piena primavera, ed è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. Civita, all’epoca poco più che maggiorenne, agì insieme a un minorenne, e oltre alla bambina rimasero feriti anche i genitori e il fratellino, solo di striscio.
“Siamo in attesa delle motivazioni della sentenza ma ci riteniamo soddisfatti per la conferma sostanziale dell’impianto accusatorio. La Corte ha ribadito la volontà omicidiaria dell’imputato, pur nella forma del tentativo”, ha dichiarato l’avvocato Roberto Russo, legale della famiglia della piccola.
Nel processo si è costituita parte civile anche la Fondazione Polis, che da anni si occupa del sostegno alle vittime innocenti della criminalità.