SYDNEY - Un’operazione antiterrorismo condotta dalla polizia nel sud-ovest di Sydney ha portato al fermo di sette uomini, ritenuti dagli investigatori legati a un’ideologia islamista estremista e potenzialmente diretti verso Bondi.

L’intervento, avvenuto giovedì a Liverpool, si inserisce in un contesto di massima allerta dopo l’attentato terroristico di domenica scorsa a Bondi Beach.

Agenti delle unità tattiche, pesantemente armati, hanno bloccato due veicoli sui quali viaggiavano gli uomini, arrivati dal Victoria. Durante l’operazione, i poliziotti hanno speronato le auto per costringerle a fermarsi e hanno utilizzato proiettili di gomma. Le immagini dal luogo mostrano alcuni fermati e distesi a terra, mentre altri sono stati fatti sedere o inginocchiare sul marciapiede, con le mani legate dietro la schiena con fascette di plastica, sotto la sorveglianza di agenti in assetto antisommossa.

Secondo la polizia, l’azione è scattata dopo la ricezione di informazioni secondo cui “un atto violento poteva essere in fase di pianificazione”. Pochi minuti fa, il vice commissario della NSW Police, David Hudson, ha dichiarato a 702 ABC Radio Sydney che esistono “alcune indicazioni” secondo cui Bondi fosse una delle possibili destinazioni del gruppo, anche se al momento non è stato accertato un obiettivo specifico. “Abbiamo elementi che suggeriscono che Bondi potesse essere tra i luoghi che intendevano visitare, ma senza un’intenzione chiara o provata allo stato attuale”, ha spiegato.

Alla domanda postagli su eventuali legami con ambienti estremisti, Hudson ha risposto che, secondo le valutazioni iniziali, gli uomini sarebbero collegati a un’ideologia islamista radicale. Ha precisato inoltre che l’unica arma rinvenuta durante i controlli è stato un coltello e che non sono state trovate armi da fuoco.

I sette uomini sono stati fermati in base a una legislazione antiterrorismo e di sicurezza nazionale utilizzata raramente, che consente alle forze dell’ordine di trattenere e interrogare i sospetti fino a una settimana prima di formalizzare eventuali accuse. Una misura che riflette, secondo la polizia, il livello di rischio percepito.

Hudson ha sottolineato che l’intervento è avvenuto in una fase precoce, “prima che avessero la possibilità di acquisire ulteriori capacità”. Ha aggiunto che la soglia di tolleranza al rischio è attualmente molto bassa, alla luce della strage di Bondi Beach, nella quale sono morte 15 persone. “Non eravamo disposti a correre alcun rischio su ciò che avrebbero potuto fare”, ha detto.

Le autorità hanno ribadito che le indagini sono in corso e che, per ora, non è stato stabilito un collegamento diretto con l’attacco di Bondi. Tuttavia, il caso evidenzia il clima di allerta che domina le operazioni di sicurezza nello Stato, con la polizia pronta a intervenire rapidamente anche in presenza di informazioni parziali, pur di prevenire possibili atti violenti.