CIUDAD DE LA PAZ - La candidatura dell’ex capo di Stato boliviano Evo Morales continua a essere uno dei temi centrali di tensione nella politica del Paese, a sei mesi dalle elezioni presidenziali.

Sebbene un pronunciamento della Corte Costituzionale lo abbia dichiarato inabilitato a presentarsi, ha insistito nella sua intenzione di competere per il terzo mandato.

Morales ha governato la Bolivia per quasi 14 anni e continua ad avere un ampio sostegno tra le classi popolari e le aree rurali.

La sua decisione di tornare al governo solleva interrogativi sulla stabilità politica e sulla divisione crescente nel Paese, perché la sua nuova candidatura rischia di intensificare il conflitto con l’attuale governo e le forze di opposizione.

Durante un incontro nella sua roccaforte del Trópico di Cochabamba, dove è protetto dai suoi sostenitori da settembre scorso, Morales ha rivelato i dettagli del suo piano per registrarsi come candidato.

“Il giorno dell'iscrizione, mancheranno due o tre giorni alla scadenza, e migliaia di noi andranno a La Paz”, ha affermato, dichiarando che marcerà con i suoi sostenitori fino alla sede del Tribunale Supremo Elettorale nella capitale boliviana, per forzare l’iscrizione della sua candidatura.

Questa mossa ha scatenato reazioni politiche in Bolivia, con la viceministra della Comunicazione, Gabriela Alcón, che ha accusato Morales di cercare di “generare convulsioni” per raggiungere i suoi obiettivi personali.

Il 18 aprile è scadenza per la registrazione delle candidature e la data delle elezioni fissata per il 17 agosto.

Il grande ostacolo per Morales è la perdita del controllo del Movimento al socialismo (Mas), il partito che ha guidato per oltre 20 anni. A seguito di un’altra sentenza giudiziaria, la presidenza del Mas è stata trasferita a un alleato del presidente Luis Arce, ex compagno politico che ora è il principale avversario di Morales.

Di fronte a questa situazione, Morales ha dichiarato di essere in trattative con altre formazioni politiche per partecipare alle elezioni con una “sigla prestata”, una pratica diffusa nella politica boliviana. Nonostante ciò, ha invitato i suoi sostenitori a concentrarsi sulla “forza dell’unità” della base militante, piuttosto che sulle problematiche legate al partito.

Le prossime settimane saranno cruciali per capire se Morales riuscirà a candidarsi e, in caso affermativo, quale impatto avrà sulla stabilità politica del Paese.