LA PAZ – Il governo della Bolivia ha eliminato i sussidi ai carburanti, una misura che il presidente Rodrigo Paz ha definito “difficile ma necessaria”, per garantire l’approvvigionamento in un contesto di crescente scarsità. Si tratta di un tema particolarmente sensibile nel Paese andino, che negli ultimi anni ha affrontato carenze ricorrenti – soprattutto di gasolio – con un impatto diretto sul trasporto pubblico, sul settore produttivo e sulla vita quotidiana, evidenziato da lunghe file alle stazioni di servizio e da paralisi parziali del trasporto merci e passeggeri.
La crisi si è progressivamente aggravata a causa della dipendenza dalle importazioni, del calo della produzione interna e della scarsità di valuta estera necessaria a sostenere l’acquisto di combustibili all’estero, mentre lo Stato vendeva il prodotto a un prezzo inferiore al costo di acquisizione. Da oltre due decenni, il prezzo dei carburanti era mantenuto artificialmente basso: si aggirava intorno ai 0,50 dollari, meno di quanto lo stesso governo pagava per importarli.
“La decisione non significa abbandono, ma ordine, giustizia e una chiara redistribuzione”, ha affermato Paz. Secondo quanto spiegato, le risorse che lo Stato boliviano smetterà di destinare alle compensazioni fiscali saranno ripartite in parti uguali tra il governo nazionale e i governi locali. L’obiettivo, ha dichiarato, è che questo sforzo “si traduca in ospedali, scuole e servizi migliori per tutti i cittadini”.
Con la revoca dei sussidi, l’Esecutivo ha fissato una nuova struttura dei prezzi che resterà in vigore per i primi sei mesi del 2026. In questo periodo, il gasolio costerà 5,59 boliviani (circa 0,73 dollari), mentre il Gpl raggiungerà i 22,5 boliviani (circa 3,19 dollari).
Per attenuare l’impatto sociale della misura, il governo ha annunciato anche un aumento del salario minimo a 3.300 boliviani (equivalenti a circa 479 dollari) a partire dal 2026 e un incremento di 500 boliviani (circa 70 dollari) della Renta Dignidad percepita dagli anziani. “La mia priorità assoluta è proteggere i loro redditi mentre stabilizziamo il Paese”, ha dichiarato Paz.
La decisione ha però suscitato una forte opposizione nei settori dell’opposizione e nell’area politica legata al Movimento al Socialismo (Mas). L’ex presidente Luis Arce, attualmente detenuto nel carcere di San Pedro nell’ambito di un’inchiesta per presunta corruzione legata al Fondo Indígena, ha definito l’eliminazione dei sussidi “un crimine contro tutti i cittadini lavoratori e, in particolare, contro chi non ha un impiego”. In una lettera pubblica, ha avvertito che la misura provocherà “un aumento brutale dei prezzi”, con un impatto diretto sulle economie familiari e sui settori più vulnerabili.
Arce ha accusato il governo di agire con “irresponsabilità, improvvisazione e insensibilità” e ha sostenuto che l’aggiustamento colpisce i più poveri favorendo invece i settori con redditi più elevati. Ha inoltre criticato il fatto che gli aumenti salariali annunciati riguardino solo i lavoratori formali e ha osservato che la revoca dei sussidi avrebbe potuto essere applicata in modo meno aggressivo, ad esempio tramite una consultazione popolare o facendo ricadere il maggior costo su chi ha una maggiore capacità contributiva.
Sulla stessa linea si è espresso l’ex presidente Evo Morales, che ha definito la decisione “improvvisata” e ha denunciato una “sproporzione economica inaccettabile” tra i redditi della popolazione e l’aumento dei prezzi dei carburanti. In un messaggio pubblicato sul social network X, Morales ha sottolineato che, mentre il salario minimo è cresciuto del 20%, il prezzo della benzina è aumentato dell’86% e quello del gasolio del 160%, una forbice che, a suo avviso, “rompe qualsiasi criterio di equilibrio e colpisce duramente le famiglie lavoratrici”.
“La Bolivia ha bisogno di decisioni responsabili che proteggano il potere d’acquisto della maggioranza, rafforzino la pianificazione statale e garantiscano stabilità economica”, ha affermato Morales. A suo giudizio, senza studi tecnici né consenso sociale, il taglio dei sussidi diventa “una punizione sociale e non una soluzione strutturale”.
L’ex presidente ha inoltre avvertito che l’aumento del costo dei carburanti porterà a rincari generalizzati dei prezzi e ha accusato il governo di trasferire l’aggiustamento sui settori popolari mentre i più ricchi riducono il proprio carico fiscale. “Il governo di Rodrigo Paz ha fatto ai cittadini il peggior regalo di Natale”, ha concluso.