LA PAZ – Lunedì ci sono state proteste in diverse città per protestare contro i risultati preliminari delle elezioni presidenziali di domenica scorsa. I risultati sembravano indicare la vittoria del presidente uscente, Evo Morales, che avrebbe vinto senza bisogno di ballottaggio, contrariamente a quanto suggerito dai primi risultati.
Nella Capitale i manifestanti antigovernativi si sono scontrati con i sostenitori di Morales; nelle città di Sucre e Tarija i dimostranti hanno incendiato gli uffici elettorali.
A provocare le proteste è stata la dinamica con la quale il Tribunale supremo elettorale ha diffuso i risultati di un conteggio preliminare dei voti, organizzato per migliorare la trasparenza delle elezioni.
Domenica il sito ufficiale dove venivano comunicati i risultati aveva mostrato gli aggiornamenti fino all’84% dei voti scrutinati, indicando Morales in testa con il 45,3%, contro il 38,2% dell’avversario, l’ex presidente Carlos Mesa.
In base alle regole elettorali boliviane, però, è previsto un ballottaggio nel caso in cui nessun candidato superi il 50%, oppure abbia il 10% di distacco sul secondo. Mesa aveva festeggiato i risultati che indicavano il suo accesso al ballottaggio, mentre Morales aveva invitato ad aspettare che fossero conteggiati i voti delle zone rurali, dove il suo Partito è molto popolare.
A quel punto, il sito del Tribunale supremo elettorale aveva smesso di mostrare gli aggiornamenti per un giorno. Quando è tornato online, lunedì, il sito dava il 46,85% a Morales e il 36,74% a Mesa, un risultato che escluderebbe la necessità di un ballottaggio.
Il Tribunale supremo elettorale ha spiegato la sospensione nella comunicazione dei risultati preliminari dicendo che il conteggio ufficiale era già cominciato e i due processi non potevano sovrapporsi.
Attualmente il conteggio ufficiale è a meno del 60% dei voti e i risultati parziali indicano un pareggio tra i due candidati, separati da pochi decimali intorno al 42%.