LA PAZ - A meno di due giorni dalle elezioni generali del 17 agosto 2025, il secondo sondaggio pre-elettorale, realizzato da Ipsos Ciesmori durante il mese di luglio, fotografa un panorama politico estremamente competitivo e frammentato.
A livello nazionale, Samuel Doria Medina (Alianza Unidad – Un-Creemos) guida le preferenze con il 18,7%, seguito a brevissima distanza da Jorge “Tuto” Quiroga (Alianza Libertad y Democracia – Libre), con il 18,1%.
Al terzo posto Andrónico Rodríguez (Alianza Popular – Ap), con l’11,8%, tallonato dal voto nullo (12,5%) e da quello indeciso (11,3%). Manfred Reyes Villa (Sumate) si colloca all’8,2%, mentre il voto bianco registra lo stesso livello (8,2%). Tutti gli altri candidati restano sotto il 3,5% delle intenzioni di voto.
Forti differenze territoriali
Il sondaggio evidenzia marcate variazioni tra i diversi dipartimenti. Doria Medina risulta nettamente avanti nell’area di Santa Cruz (32,3%), storicamente avversa al Mas di Evo Morales, Potosí (30,3%) e Beni (26,5%).
Quiroga primeggia in Tarija (27,6%), Chuquisaca (25,2%) e mostra risultati competitivi anche a Santa Cruz (22,1%).
Andrónico Rodríguez ottiene i suoi migliori consensi a La Paz (16,0%) e Chuquisaca (14,8%), mentre Reyes Villa si distingue soprattutto a Cochabamba (15,7%), la città più inquieta e movimentista del Paese, dove nel 2000 partì la famosa “rivolta dell’acqua”, contro la privatizzazione del servizio di acqua potabile, che avrebbe portato un aumento insostenibile dei costi per le classi popolari. Alla vicenda è stato dedicato il film También la lluvia, una produzione spagnola del 2010 con Gael García Bernal.
In quasi tutti i dipartimenti, la somma di voti nulli, bianchi e indecisi supera il 20%, con picchi oltre il 30% in alcune aree, segnalando un’ampia quota di elettorato disaffezionato o ancora indeciso.
In molte regioni, i voti nulli e bianchi raggiungono percentuali elevate, segnalando disaffezione politica e mancanza di un’offerta percepita come convincente.
“Vi immaginate se i voti contestati arrivassero al 25%? Significherebbe che avrei vinto io”. Con queste parole, l’ex presidente boliviano Evo Morales, in un comizio tenuto nei giorni scorsi, ha rilanciato la sua battaglia politica a ridosso del voto.
Escluso ufficialmente dalla corsa elettorale lo scorso maggio per decisione giudiziaria, lo storico leader del movimento contadino e indigeno aveva inizialmente tentato di boicottare l’intero processo elettorale.
Ora, a meno di una settimana dallo scrutinio, invita i suoi sostenitori a impugnare la scheda o a votare in bianco, spingendo così verso un forte incremento del voto di protesta.
Scenario incerto e ballottaggio probabile
Il margine ridotto tra i due candidati di testa e l’elevata quota di elettori indecisi o orientati verso voti non validi (oltre un terzo dell’elettorato) rendono lo scenario estremamente aperto.
Per il Movimiento al Socialismo (Mas), rappresentato da Eduardo del Castillo, il sondaggio indica un netto arretramento con appena il 2,3% nazionale, lontano dai livelli storici del partito.
Con una tale frammentazione e nessun candidato vicino alla soglia per vincere al primo turno, l’ipotesi del ballottaggio appare quasi certa.
L’esito dipenderà in larga parte dalla capacità dei principali contendenti di mobilitare gli indecisi e attrarre gli elettori, oggi orientati verso il voto di protesta.
Il sondaggio di Ipsos Ciesmori
L’indagine è stata realizzata tra il 5 e il 7 luglio 2025 su un campione di 2.500 intervistati, rappresentativo dell’elettorato boliviano, con un margine d’errore nazionale di ±2%. Il campione è stato calibrato sui registri elettorali del 2024 per età, sesso e distribuzione geografica.
La supervisione ha interessato il 35,4% delle interviste, garantendo alti standard di qualità e affidabilità dei dati.