CANBERRA - È quanto emerge da documenti riservati del Dipartimento dell’Energia, consegnati al ministro Chris Bowen dopo mesi di resistenza da parte del governo nel renderli pubblici.

Nelle consultazioni interne, i funzionari avvertono che “i costi dell’energia sono regolarmente classificati tra le principali preoccupazioni delle famiglie australiane, subito dopo i prezzi dei generi alimentari”. I documenti riconoscono che, sebbene i recenti interventi di sostegno abbiano offerto “un sollievo temporaneo” a famiglie e piccole imprese, la Default Market Offer — l’offerta di riferimento che fissa i prezzi base dell’elettricità in vari stati — “indica un ulteriore aumento sostanzioso delle tariffe al dettaglio nel prossimo anno finanziario”.

Secondo lo Australian Energy Regulator (AER), gli aumenti previsti oscillano tra lo 0,5% e quasi il 10% a seconda dello stato, colpendo in particolare il New South Wales, il Queensland sud-orientale e il South Australia. Nelle ultime settimane, l’ente ha confermato che i rincari entreranno in vigore nel corso del 2025, spingendo molte famiglie a rivedere le proprie abitudini di consumo.

Il documento avverte anche che “le riduzioni delle emissioni devono accelerare rapidamente per rispettare il target 2030”, invitando a una piena e tempestiva attuazione delle politiche sulle energie rinnovabili adottate per rendere l’Australia “un leader climatico pragmatico”. Da allora, il governo ha fissato un nuovo obiettivo per il 2035, puntando a tagliare le emissioni tra il 62% e il 70% rispetto ai livelli del 2005.

Tuttavia, il quadro generale resta complesso. Secondo diverse analisi indipendenti, i benefici economici della transizione energetica promessa dal governo non si stanno ancora materializzando. I prezzi dell’energia elettrica restano ai massimi livelli da dieci anni, e per molte famiglie il costo mensile della fornitura rappresenta una quota sempre più onerosa del bilancio domestico. Le imprese lamentano costi di produzione in aumento, in particolare nei settori agricolo e manifatturiero.

Il governo Albanese aveva promesso bollette più basse grazie all’espansione delle fonti rinnovabili, ma la realtà — come rilevano anche diversi osservatori economici — mostra un percorso più accidentato. Tra l’aumento dei costi di rete, le interruzioni nella generazione da carbone e le fluttuazioni nella produzione solare ed eolica, i risparmi annunciati sembrano ancora lontani. Mentre la transizione energetica avanza, il peso delle bollette continua a gravare su famiglie e imprese, mettendo alla prova la credibilità di una delle promesse centrali del governo laburista.