GAZA - Almeno 15 persone sono morte ieri in un bombardamento israeliano contro una scuola dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) nel campo di Nuseirat, nel centro di Gaza. Lo ha annunciato il governo della Striscia, controllato da Hamas. Inoltre, circa 80 feriti sono arrivati all’ospedale Al Awda di Nuseirat dopo l’attacco, che ha colpito la scuola Abu Arban, nella quale centinaia di sfollati si rifugiano dai combattimenti che terrorizzano il territorio palestinese, dove oltre 38.500 persone hanno perso la vita dall’inizio della guerra.
In un comunicato, l’esercito israeliano ha giustificato il bombardamento contro la scuola assicurando che questa “serviva come nascondiglio e infrastruttura di operazioni da cui sono stati pianificati e condotti attacchi contro le forze armate”. Queste hanno inoltre affermato di aver cercato di “mitigare il rischio di ferire i civili” utilizzando munizioni di precisione e altre misure di intelligence.
“Nessuno ci ha contattato informandoci della presenza di miliziani o di persone ricercate all’interno della scuola”, ha denunciato in un comunicato Adnan Abu Hasna, consulente mediatico dell’UNRWA, che ha ricordato che in totale circa 550 persone sono morte in centri come questo. Inoltre, secondo l’ultimo rapporto dell’agenzia, 197 lavoratori dell’UNRWA hanno perso la vita dal 7 ottobre e 188 delle loro strutture sono state danneggiate dagli attacchi israeliani.
In video diffusi sui canali palestinesi si vedono centinaia di persone correre attraverso il cortile della scuola, alcune con feriti, mentre nella zona colpita decine di civili cercano di dissotterrare coloro che sono rimasti intrappolati tra le macerie, tra loro un bambino. Un’altra delle immagini mostra due uomini che seguono i feriti portando ciascuno un braccio amputato appartenente ad altre persone, mentre uno di loro grida “Dio, abbi pietà di noi”.
Un alto funzionario di Hamas ha detto all’Afp, in forma anonima, che il movimento ha deciso di interrompere i negoziati sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, denunciando la “mancanza di serietà» e i “massacri” israeliani. “Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh - ha detto -, ha informato i mediatori e gli attori regionali in una serie di appelli della decisione di Hamas di interrompere i negoziati a causa della mancanza di impegno da parte di Israele e dei massacri contro civili disarmati”.
Israele, da parte sua, non ha ancora ricevuto alcuna notifica da parte dei mediatori al Cairo dell’interruzione dei negoziati annunciata da un alto dirigente di Hamas dopo il raid a Mawasi contro Mohammed Deif. Lo riferisce Ynet secondo cui la valutazione di Israele è che, tuttavia, a breve termine i colloqui si fermeranno ma a medio e lungo termine la pressione militare su Hamas nella Striscia riporterà la fazione al tavolo negoziale.
Lo stesso funzionario ha rivelato che il suo leader militare Mohammed Deif, è vivo, all’indomani dell’attacco israeliano nella zona di Khan Younis mirato alla sua eliminazione, in cui sono morte 90 persone. La dichiarazione è stata ripresa anche dai media israeliani. “Il comandante Mohammed Deif sta bene e supervisiona direttamente le operazioni delle brigate al-Qassam e della resistenza”, ha detto all’Afp, sotto la copertura dell’anonimato, un alto funzionario del movimento islamico palestinese.