Furono oltre 320mila i migranti che attraversarono i cancelli del centro di accoglienza di Bonegilla, nell’area nord-est del Victoria, sperando di intrecciare al più presto i fili di una nuova esistenza in Australia. Il campo fu concepito come una risorsa strategica per la ricostruzione postbellica: un “pool di manodopera controllabile” destinato a colmare il vuoto della forza lavoro nel Paese. Tuttavia, per molti si trasformò inevitabilmente in un’esperienza segnata da attesa, smarrimento e una profonda sensazione di dislocazione.
A raccogliere e restituire quelle memorie è oggi il musicista e ingegnere del suono Simon Reich che ha dato vita a Bonegilla Stories, una serie di podcast e cortometraggi diventata presto un progetto di vita, e che più di recente ha preso la forma di un documentario, Bonegilla – The Migrant’s Journey, un’opera toccante che celebra la resilienza e il coraggio dei pionieri del multiculturalismo australiano.
Il progetto cinematografico, selezionato tra le 30 opere finaliste del prestigioso Melbourne Documentary Film Festival, si focalizza su 14 migranti giunti in Australia dopo la Seconda guerra mondiale – tra loro, anche due italiani –, i quali raccontano con onestà e calore la propria esperienza.
Dalla sopravvivenza alla guerra, fino alla traversata oceanica su navi fatiscenti. E poi ancora, il primo incontro con “quelle stranezze” australiane, la profonda difficoltà di integrazione a Bonegilla e, infine, la costruzione di una nuova esistenza.
L’ispirazione per Reich ha radici personali: suo padre, di origini tedesche, ha vissuto da bambino l’orrore del conflitto a Berlino, a soli 50 metri dal bunker in cui Hitler si tolse la vita. La sua storia è stata raccontata nella premiata serie Up From the Rubble e ha rappresentato la spinta per Reich a intraprendere un nuovo percorso di raccolta orale.
“Voglio promuovere tolleranza e pace raccontando le esperienze di chi è passato per Bonegilla – ha dichiarato –. Il campo era un punto di partenza per così tanti e, nonostante le prime difficoltà, molti sono stati in grado di seppellire l’ascia di guerra e dire: ‘Il conflitto è finito; andiamo avanti’. Molti hanno quindi scelto di lasciarsi gli anni della guerra alle spalle e guardare avanti. E per me, figlio di un migrante, è un dovere morale preservare queste memorie”.
Dopo le prime proiezioni al Melbourne Museum Theatre nel dicembre 2023, Bonegilla – The Migrant’s Journey si è trasformato anche in un spettacolo dal vivo, riscuotendo un notevole interesse nella comunità italiana del Victoria e del New South Wales, dimostrando come queste storie siano capaci di toccare corde profonde in un Paese costruito sulle migrazioni.
“Registrare questi episodi mi ha ferito, inorridito – ha asserito commosso –, ma alla fine ho sempre riso insieme a loro perché, non importa quanta tragedia abbiano vissuto, hanno sempre cercato il lato positivo in ogni esperienza. Sono grande fonte di ispirazione, lo sono davvero”.

Simon Reich al pianoforte durante una proiezione del documentario. Alle sue spalle, un’immagine le bombe lanciate durante la Seconda guerra mondiale
“Il documentario, così come lo spettacolo, è piuttosto onesto: non nascondo, ad esempio, il razzismo dilagante del secondo dopoguerra, quando i migranti venivano insultati e derisi – ha aggiunto –. Un signore italiano che ho intervistato mi ha raccontato, ad esempio, che sul suo posto di lavoro veniva chiamato ‘Jim’ perché il suo reale nome, Giovanni, era ‘troppo lungo’. Cambiavano i nomi ai ragazzi migranti dell’epoca senza alcun rispetto – assolutamente impensabile oggigiorno”.
L’italiana Rosa Sartor, nel documentario, scherza mostrando sincera ingenuità: “Se dico cose brutte sull’Australia, pensi che il governo mi cacci? Non voglio sembrare ingrata!”, segno della complessità di un vissuto fatto di riconoscenza e ferite mai del tutto guarite.
Nell’ambito del Melbourne Documentary Film Festival, la proiezione del documentario del prossimo 25 luglio a Carlton è già tutto esaurito. È stata quindi organizzata già una seconda proiezione per domenica 27 luglio alle 7:50pm sempre al Cinema Nova.
“Spesso il pubblico mi dice, ‘Vorrei aver chiesto ai miei nonni le loro storie, ora è troppo tardi’. Questo film è la nostra occasione per ascoltare quei racconti che hanno reso l’Australia ciò che è oggi – ha spiegato Reich –. Riderete, piangerete. Ma soprattutto, sarete ispirati dal coraggio di questi pionieri che hanno lasciato tutto per un futuro incerto”.