CANBERRA - Un Paese del ‘terzo mondo’ che esportava materie prime e prodotti alimentari e importava prodotti finiti, pagava sempre maggiori interessi e dividendi ad aziende e investitori stranieri. Spendeva, in altre parole, più di quello che guadagnava indebitandosi sempre di più.

Oggi non è più così: negli ultimi due anni in particolare, la bilancia dei pagamenti pende dalla parte dell’Australia che ha fatto registrare otto trimestri consecutivi di attivo commerciale. Il periodo più lungo della sua storia. E l’ultimo trimestre, secondo i dati dell’Ufficio di statistica, è stato migliore di sempre, arrivando a un attivo del 3,1 per cento del Prodotto interno lordo. 

Le materie prime rimangono comunque la più grande risorsa del Paese. I materiali ferrosi in particolare stanno potenziando le entrate ben oltre le previsioni di bilancio. Basti pensare che nel documento di fine anno del 2019 erano previste, per il 2020-21, entrate per 66 miliardi di dollari e siamo invece arrivati a quota 149 milioni.

Il surplus commerciale in maggio è stato di 9,7 miliardi, secondo solo a quello di gennaio pari a 9,87 miliardi . Assieme al ferro, il boom dell’export riguarda anche grano e cereali. 

Secondo gli esperti il prezzo dei materiali ferrosi è destinato ad attenuarsi nel corso dell’anno, ma non ci sarà alcun crollo, nonostante una certa riduzione delle importazioni della Cina, dovute alla fine del pacchetto-stimolo che Pechino ha offerto a sostegno delle sue industrie per far fronte alla pandemia di coronavirus. A compensare le ‘perdite’ cinesi ci sarà però un aumento della domanda negli Stati Uniti, grazie all’enorme programma infrastrutturale annunciato dall’amministrazione  Biden. 

Grande crescita anche delle esportazioni di gas liquido destinate ad aumentare, secondo il ministero dell’Industria, dell’otto per cento nel 2022. 

E anche se ci potrebbe essere una leggere flessione per ciò che riguarda il carbone, l’Australia è sufficientemente fortunata di poter mettere a disposizione del mondo, che sta rivolgendo le sue attenzioni alle rinnovabili, grandi ricchezze di rame, elemento indispensabile per le batterie, assieme a nichel e litio che, secondo gli esperti, per l’Australia diventeranno, sul fronte dell’export, il nuovo carbone.