PARIGI - La première dame francese, Brigitte Macron, è al centro di una violenta polemica per aver definito “brutte stronze” (“sales connes”, secondo il testo in francese) le attiviste femministe del collettivo #NousToutes. Le attiviste chiedono ora “scuse pubbliche” e una “chiara condanna” per la “violenza sessista e sessuale” espressa dalla moglie del Presidente. 

La frase incriminata - “Se ci sono delle brutte stronze, le butteremo fuori” - è stata pronunciata ridendo e con tono di incoraggiamento dietro le quinte del teatro delle Folies Bergère, prima dell’esibizione dell’attore Ary Abittan. L’attore aveva confidato a Brigitte Macron di avere “paura” di salire sul palco. 

La bufera è nata a seguito di un’azione di protesta avvenuta sabato sera, quando quattro militanti del collettivo #NousToutes avevano interrotto lo spettacolo di Abittan. Le attiviste indossavano maschere con l’immagine del comico e la parola “stupratore”, scandendo lo slogan “Abittan violentatore”.  

L’attore era stato accusato di stupro da una donna alla fine del 2021. Nonostante un’inchiesta durata tre anni, la giustizia ha dichiarato il caso archiviato con un “non luogo a procedere” lo scorso gennaio, decisione confermata anche in appello. I suoi avvocati, tra cui Caroline Toby, hanno ribadito in questi giorni l’innocenza di Abittan ai sensi della legge, sottolineando l’unanimità dei sette magistrati coinvolti. 

Le parole di condanna di Brigitte Macron, che era a teatro accompagnata dalla figlia, sono state rese pubbliche in un video diffuso dal settimanale Public. Le immagini, catturate nel backstage, erano state girate da un fotografo di Bestimage, agenzia stampa gestita da Mimi Marchand, nota amica intima della première dame. 

Diverse clip sono state vendute ad altri media (come Paris Match e Closer), ma secondo Bestimage l’audio e i dialoghi non erano stati controllati prima della vendita a Public, a causa dell’assenza di Mimi Marchand per lutto.  

Dalla diffusione del video, la première dame è stata sommersa da dure condanne. Il collettivo Feminist Strike (che riunisce decine di associazioni e sindacati) ha denunciato: “Queste parole, pronunciate dalla moglie del presidente della Repubblica, non sono un semplice lapsus: rivelano il profondo disprezzo delle élite per coloro che osano infrangere il codice del silenzio che circonda la violenza sessuale”. 

Le militanti di #NousToutes si sono dette “profondamente colpite e scandalizzate” e hanno lanciato l’hashtag #salesconnes (brutte stronze) su sfondo nero, affermando che il messaggio politico della première dame “sputa sulle vittime e sulle associazioni femministe”. 

Diverse personalità note per la loro lotta contro la violenza sessuale hanno espresso solidarietà alle attiviste. L’attrice Judith Godrèche (che ha accusato i registi Benoît Jacquot e Jacques Doillon di violenza) ha scritto: “Anch’io sono una brutta stronza. E sto con tutte le altre”, seguita dall’attrice Marion Cotillard. 

La segretaria del principale sindacato, Cfdt, (Marylise Léon), ha definito le parole “del tutto fuori posto e volgari”. La leader degli ecologisti, Marine Tondelier, ha denunciato che “una première dame non dovrebbe dire queste cose”, mentre Manon Aubry de La France Insoumise ha ribadito che “è ora che la coppia Macron se ne vada.” Anche l’ex presidente François Hollande è intervenuto, affermando che, pur potendo criticare la forma della protesta, “non si parla in quel modo” di donne che lottano contro la violenza. 

L’entourage di Brigitte Macron ha cercato di contenere la crisi, limitandosi a spiegare che le parole erano state dette “spontaneamente in un contesto privato” e andavano viste soltanto come “una critica ai metodi radicali impiegati” dalle attiviste. La portavoce del governo, Maud Bregeon, ha chiesto che la first lady venisse lasciata “in pace”, ribadendo che si trattava di uno sfogo personale.