ROMA - Per anni ha bruciato fascicoli riservati dei servizi segreti italiani, chiuso in un tunnel sotterraneo senza aerazione né maschere protettive. Ora, dopo una lunga battaglia legale durata 10 anni, un falegname al servizio della presidenza del Consiglio dei Ministri ha vinto la causa che lo opponeva a Palazzo Chigi: la sua leucemia cronica è stata riconosciuta come malattia professionale”. A farlo sapere è l’Osservatorio nazionale amianto che in una nota ha commenta la decisione del Consiglio di Stato, una sentenza che ha definito “storica” perché “è la prima volta in assoluto che un tribunale riconosce il diritto alla tutela della salute per un dipendente con incarichi speciali presso Palazzo Chigi”. 

Il lavoratore, che è stato trasferito a mansioni d’ufficio e continua a sottoporsi a controlli semestrali, “è stato impiegato dal 1992 al 2013 in ambienti altamente insalubri, inizialmente assunto come falegname, era stato poi occupato come addetto all’incenerimento di materiali sensibili, all’interno di un impianto descritto dai giudici come ‘assolutamente privo di sistemi di aspirazione e filtraggio dell’aria’ - racconta l’Ona -. Il locale, ricavato in un’ex cisterna del ‘700, era privo di finestre e completamente isolato dall’esterno. In quel luogo, ha respirato per anni polveri di legno, vernici, solventi e fibre di amianto, gli stessi giudici hanno parlato di ‘carenze istruttorie e inadeguata valutazione scientifica dell’esposizione a sostanze tossiche e cancerogene’. Nel 2012 gli viene diagnosticata una leucemia cronica a cellule capellute”. Per l’Osservatorio si tratta di “un precedente che non può essere ignorato”.