CANBERRA – L’ultima anticipazione sul budget 2020, quello della recessione targata Covid-19, riguarda il settore manifatturiero, e contiene alcune misure che erano già state annunciate, e che sono state incorporate nell’attuale pacchetto di iniziative, da 1,5 miliardi di dollari.
Il primo ministro nel suo discorso al Circolo della stampa di Canberra, giovedì scorso, quando mancavano cinque giorni alla presentazione della manovra finanziaria, l’ha definita, ancora una volta, “la più importante dalla seconda guerra mondiale” e ha ricordato che l’effetto coronavirus sull’economia mondiale sarà di 45 volte superiore a quello della crisi finanziaria globale (GFC), che ha registrato un declino dello 0,1%.
Non pago di un preambolo già sufficientemente inquietante, Scott Morrison ha continuato dicendo che mai prima d’ora la società mondiale, così interconnessa, si è trovata ad affrontare una recessione globale di tale entità.
Rimarcando che “la recessione è in tempo reale”, Morrison ha aggiunto che “proprio per questo la manovra di bilancio sarà necessariamente diversa, nella scala e negli intenti, di quelle degli anni passati”.
Sottolineando che sarà una risposta responsabile e ragionevole alla sfida della recessione pandemica, il primo ministro ha detto che il budget di previsione creerà le basi per la ripresa del sistema Paese: “Sarà una manovra che restituirà certezze ai cittadini e alle imprese, che oltre a garantire i servizi essenziali, scuola, ospedali, Medicare, assistenza agli anziani e ai disabili senza aumentare il gettito fiscale, aprirà nuove, innovative strade per creare crescita”.
La nuova strada riguarda l’investimento di un miliardo e mezzo di dollari in sei settori manifatturieri d’eccellenza, in Australia: risorse tecnologiche, alimenti e bevande, prodotti medici, riciclaggio ed energia pulita, difesa e tecnologia spaziale. Un investimento per aumentare la produzione in questi comparti, sviluppare nuovi prodotti e espandere l’accesso ai mercati globali.
La strategia esposta da Morrison prevede un dialogo tra governo e leader delle industrie settoriali, per lo sviluppo, entro aprile, di ‘road maps’ specifiche, per ognuno dei comparti industriali per i prossimi due, cinque e dieci anni, per massimizzare i risultati, che saranno misurati in posti di lavoro, ricerca, sviluppo e investimenti.
Sottolineando che uno dei principi primari a supporto della nuova strategia è quello di garantire la preservazione della capacità produttiva in “settori di interesse nazionale”, Morrison ha detto che il pacchetto genererà occupazione, sia nelle zone metropolitane che regionali, ricordando le importanti realtà industriali nella Hunter Valley, nel NSW, nel Queensland centro settentrionale, in Tasmania e nel Victoria rurale.
“In Australia produciamo manufatti, e lo facciamo bene, e dobbiamo continuare, e con il nostro piano potremo migliorare – ha detto Morrison, nel discorso al Circolo della stampa -. Il settore manifatturiero, che impiega circa 860mila australiani, prima della pandemia generava 100 miliardi di dollari di indotto, e 50 miliardi in esportazioni”.
Il pacchetto di iniziative per modernizzare il settore manifatturiero sarà di 1,3 miliardi di dollari, ai quali si aggiungeranno 107 milioni per rafforzare le filiere produttive cruciali, 51 milioni per la creazione di un fondo per offrire assistenza a società nei settori prioritari (con sovvenzioni tra i 100mila e il milione di dollari, per 150 compagnie con progetti prossimi all’inizio, ndr).
L’annuncio è stato accolto dal plauso dell’Australian Industry Group.
L’Amministratore delegato del gruppo di rappresentanza degli industriali, Innes Willox, ha elogiato il governo per l’importante iniziativa, che, ha detto: “Fissa i parametri della ripresa del sistema produttivo, ma affinché la visione si trasformi in realtà, deve servire a sviluppare i settori chiave dell’economia e una base fiscale, una base di specializzazioni e una base di energia e deve puntare sulle innovazioni”.
Per l’opposizione il governo ha riconfezionato iniziative già annunciate, rubacchiandone altre da vecchi programmi laburisti, per dare una parvenza di novità all’annuncio per modernizzare il settore manifatturiero.
I laburisti hanno fatto notare che la nuova iniziativa è finanziata con parte dei fondi ridotti dalla ricerca e lo sviluppo (due miliardi di dollari), settore chiave per il futuro del campo manifatturiero. Inoltre, si legge in una nota dell’opposizione, le sei aree di priorità sono identiche a quelle identificate dal rapporto laburista sul comparto manifatturiero, completato nel 2012, e annunciato nel 2013.