BUENOS AIRES – Si sono conclusi i lavori di restauro della facciata di Palazzo Alvear, sede dell’Ambasciata italiana in Argentina, dichiarato Monumento storico nazionale nel 2018.

L’obiettivo dei lavori, durati 16 settimane, era “ottimizzare e rivitalizzare” la facciata dell’edificio in modo da restituire al palazzo l’aspetto e il senso estetico originari senza alterarne la struttura.

Il restauro è stato progettato, diretto ed eseguito dalla società Jibsa S.A., sotto la supervisione dello studio di architettura Callegari Minervini & Associati. È stato inoltre supervisionato dalla Commissione nazionale dei monumenti, dei luoghi e dei beni storici del Ministero del Capitale Umano argentino. I lavori hanno coinvolto più di 25 professionisti e maestranze, tra ingegneri, architetti, restauratori, scultori, artigiani, tecnici e operai.

Secondo l’Ambasciata, si tratta di “un grande contributo dell’Italia al restauro del patrimonio storico culturale argentino, dando priorità, in ogni momento, al valore architettonico, storico, sociale, estetico e simbolico del Palazzo”.

L’edificio si trova sull’Avenida Libertador, nel quartiere di Palermo. La facciata è decorata con cornici, balaustre e statue di angeli in stile barocco.

Il palazzo apparteneva alla famiglia di Marcelo Torcuato de Alvear (presidente dal 1922 al 1928) e fu venduto al regno d’Italia nel 1924, quando il Paese decise di creare in Argentina una vera ambasciata al posto della delegazione diplomatica che aveva funzionato fino ad allora, in coincidenza con la visita del principe Umberto di Savoia, che sarebbe diventato re pochi anni più tardi, anche se per pochi giorni, 33 per la precisione. Caduto il Fascismo, finita la guerra, Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto ma pochi giorni dopo la sua incoronazione, l’Italia scelse la Repubblica come forma di governo, con il referendum del 2 giugno 1946.