BUENOS AIRES - Nel quartiere di Balvanera, da sempre si mescolano le culture di diverse comunità. Attualmente le più numerose sono quelle della recente immigrazione peruviana e della comunità ebraica, arrivata durante le guerre, che ha definito il carattere e la storia del quartiere. 

Once è stato anche il luogo del più grave attentato che abbia colpito la città, quando il 18 luglio 1994 esplose una bomba nella sede della Associazione Mutuale Israelita Argentina (AMIA). 

Persero la vita 85 persone e altre 300 rimasero ferite. La potenza dell’esplosione distrusse l’edificio dell’associazione coinvolgendo anche i condomini circostanti e i passanti sulla calle Pasteur, molti dei quali persero la vita.  

La tragedia colpì profondamente non solo la comunità ebraica, ma l'intera città di Buenos Aires. Fu immediatamente collegata all’attentato terroristico dell’ambasciata di Israele avvenuto due anni prima nel 1992, rivendicato da un gruppo jihadista, e per questo motivo venne investigata come tale. 

Ieri si sono compiuti trent’anni dalla strage, di cui ancora non sono stati chiariti i mandanti né gli autori. Molte sono state le tentate coperture e le manovre di deviazione delle indagini.  

Per ricordare il tragico evento e rendere omaggio alle vittime, l’AMIA e la DAIA (Delegazione delle Associazioni Israelite Argentini) hanno organizzato un evento ufficiale di fronte alla nuova sede in via Pasteur. Come da tradizione, la commemorazione è iniziata alle 9:53, l'ora esatta dell’esplosione, con il suono di una sirena.  

A condurre la cerimonia è stata l’attrice Stefi Roitman, nata proprio il 18 luglio 1994, lo stesso giorno dell'attentato. La sua presenza ha rappresentato in modo tangibile il passare del tempo e ciò che significano tre decenni di vita per una persona. 

Data l’importanza dell’occasione, hanno partecipato anche il Presidente Javier Milei, la Vicepresidente Victoria Villaruel, la Ministra della Sicurezza Patricia Bullrich, il Ministro della Difesa Luis Petri, la Ministra degli Esteri Diana Mondino, il Sindaco Jorge Macri, il Ministro della Giustizia Mariano Cúneo Libarona e diversi giudici delle corti argentine.  

La Ministra degli Esteri Diana Mondino tra il pubblico.

All'evento hanno assistito anche delegazioni di istituzioni ebraiche internazionali e l’Ambasciatore degli Stati Uniti in Argentina. Erano presenti anche delegati dell’Ambasciata italiana. 

Dopo la lettura dell'elenco dei nomi delle 85 vittime, il presidente dell'AMIA, Amos Linetzky, ha tenuto un discorso di indole politiche, con una forte presa di posizione sul conflitto armato in Medio Oriente. Linetzky ha criticato gli stati europei, l’ONU e la Croce Rossa per non sostenere lo stato israeliano, rimproverando anche le organizzazioni locali di difesa dei diritti umani, in particolare i gruppi femministi, e ha chiesto al Capo di Stato di considerare lo sviluppo di una normativa antiterroristica.  

Le testimonianze fatte dai parenti delle vittime dell’attentato si sono invece concentrate sull'aspetto umano. Nonostante fossero visibilmente provati, hanno espresso il loro dolore per la perdita dei loro cari, la rabbia per il futuro che è stato loro negato e il dramma inconcepibile di dover recuperare il corpo di una persona amata dalle macerie. 

Nello stesso momento, in Plaza Lavalle di fronte al Palazzo di Giustizia, altri familiari appartenenti all’organizzazione Memoria Activa si sono riuniti come simbolo di protesta contro l'inazione della giustizia. 

 A questo secondo evento hanno partecipato molti personaggi della cultura e giovani influenti della comunità ebraica, desiderosi di prendere distanza dall'AMIA e dalla DAIA, ritenendo che entrambe le istituzioni abbiano sostenuto l'indagine ufficiale inconcludente e che utilizzino il dramma delle vittime per fini politici. 

Anche all’inizio dell’evento dell’AMIA e della DAIA, tra il pubblico era stato espresso fastidio per la presenza dei politici e lo spazio ridotto che era stato dato alle famiglie. 

Ci sono state altre controversie riguardo la legge promulgata ieri dal governo che dichiara il 18 luglio come Giorno di lutto nazionale in omaggio alle vittime dell'AMIA. Alcuni hanno ricordato che inizialmente, l'allora deputato Javier Milei aveva rifiutato il progetto. 

 La comunità ebraica, tradizionalmente una delle più coese in Argentina, oggi appare divisa anche nel dolore, dando l’impressione che le istituzioni non riescano a rappresentare in modo coeso gli interessi delle persone che la compongono, soprattutto delle nuove generazioni.