WASHINGTON – “Non sopporto salvare di nuovo l’Europa” e “Condivido pienamente il tuo odio per il parassita europeo, è patetico”: è lo scambio di messaggi tra il vicepresidente Usa JD Vance e il segretario alla difesa Pete Hegseth, riportati dal caporedattore di The Atlantic, Jeffrey Goldberg, che ha fatto sapere di essersi ritrovato per errore in una chat su Signal – altamente classificata – tra il capo del Pentagono, il vicepresidente americano JD Vance e altri funzionari di primo piano.
Nella chat si discute di raid Usa in Yemen e della possibilità che la Ue paghi per la protezione Usa sulle rotte di navigazione chiave. “Che sia adesso o tra qualche settimana, dovranno essere gli Stati Uniti a riaprire queste rotte di navigazione”, aveva scritto lo scorso 14 marzo l’account associato al consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Michael Waltz. Il messaggio proseguiva affermando che, su richiesta di Trump, il suo team stava lavorando con il dipartimento della Difesa e il dipartimento di Stato “per determinare come calcolare i costi associati e addebitarli agli europei”.
Nello scambio di messaggi, JD Vance si lamenta del fatto che i raid americani abbiano giovato agli europei, a causa della loro dipendenza da quelle rotte di navigazione, aggiungendo: “Non sopporto di dover salvare di nuovo l’Europa”. “Il 3% del commercio statunitense passa attraverso Suez contro il 40% del commercio europeo. C’è un rischio reale che il pubblico non capisca questo o perché sia necessario. Il mezzo più forte per farlo è, come ha detto Potus (il presidente Usa), quello di inviare un messaggio”, continua Vance.
L’utente identificato come Pete Hegseth, il segretario alla Difesa, scrive tre minuti dopo: “Condivido pienamente il tuo odio per il parassita europeo. È patetico”.
La scarsa simpatia di Vance verso l’Europa non è una novità. Pochi giorni dopo l’insediamento, dal palco della conferenza di Monaco, ha espresso critiche su critiche al Vecchio Continente: “La minaccia che mi preoccupa di più per l’Europa non è la Russia, non è la Cina. Non è nessun altro attore esterno. Quello che mi preoccupa è la minaccia interna: il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori che sono condivisi con gli Stati Uniti d’America”, aveva detto.
Nessuna informazione militare classificata è stata condivisa: lo afferma su X la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt in merito alla chat del Pentagono sui piani anti Houthi condivisa per errore con il direttore di The Atlantic. Leavitt scrive che “nessun piano di guerra è stato discusso” e che “nessun materiale classificato è stato mandato nello scambio di messaggi”.
Il direttore della rivista, Jeffrey Goldberg, ha raccontato la vicenda incredibile che lo ha coinvolto quando il suo numero è all’improvviso apparso all’interno di una chat di gruppo tra il capo del Pentagono, il vicepresidente americano JD Vance e altri funzionari di primo piano. “Il mondo ha scoperto poco prima delle 2pm del 15 marzo che gli Stati Uniti stavano bombardando alcuni obiettivi in Yemen. Io, invece, l’ho saputo due ora prima. E il motivo per cui l’ho saputo prima è che Pete Hegseth, il segretario alla Difesa, mi aveva inviato un messaggio con il piano di guerra alle 11.44am. Il piano includeva informazioni precise su pacchetti di armi, obiettivi e tempistiche”.
Per giorni i membri della chat, ignari della presenza del direttore, si sono scambiati messaggi iperclassificati; non solo un gruppo di pianificazione logistica, ma anche un luogo di scambio sui processi decisionali attorno alle imminenti azioni militari.
Soltanto dopo la pubblicazione dell’articolo di Goldberg, quasi dieci giorni dopo i fatti, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Brian Hughes, ha ammesso l’incredibile disguido: “Il numero [del direttore] è stato erroneamente incluso in una chat di gruppo altamente confidenziale”, ha spiegato il funzionario assicurando che è in corso un’indagine per capire come ciò sia potuto accadere.
Per gli esperti della fuga di notizie, non si tratta di un banale errore, ma il segnale di quanto facilmente informazioni sensibili possano essere diffuse.
Il presidente statunitense Donald Trump, intanto, non solo non ha ammesso che ci sia stata una grave falla della sicurezza nella sua amministrazione, ma ha difeso fortemente il suo consigliere. Ha contrattaccato e appoggiato in particolare i messaggi in cui il suo vice JD Vance è tornato a insultare gli europei: “Sono d’accordo con lui: sono dei parassiti, lo sono stati per anni”, ha detto il tycoon.
The Donald ha salvato il suo consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, colui il quale ha invitato per sbaglio nella chat Goldberg, sostenendo che “ha imparato la lezione ed è un brav’uomo”: “Non si deve scusare, sta facendo il suo meglio – ha aggiunto il presidente –. La nostra sicurezza nazionale è più forte che mai, abbiamo un gruppo incredibile. Nessuna informazione classificata è stata condivisa”.
Trump ha poi difeso l’uso dell’app Signal – “Lo fanno tutti anche in ambienti militari”, ha detto – e ha definito il direttore di The Atlantic “un viscido che si sta facendo pubblicità e che fa male agli americani”.
E mentre l’Unione europea tace, alle accuse di Vance hanno risposto già la Gran Bretagna e l’Italia con il ministro degli Esteri Antonio Tajani il quale ha ricordato a Washington che “i nostri mercantili ce li proteggiamo da soli, con la nostra Marina militare che ha abbattuto diversi droni lanciati dagli Houthi contro di noi”.
“Forse, Vance è appena arrivato, magari non conosce il pregresso, ma siamo integrati in una serie di operazioni, anche con Stati Uniti e Gran Bretagna – ha sottolineato –. Solo per mettere i puntini sulle i, con grande rispetto e senza odiare nessuno”.