Si preannuncia una carriera di tutto rispetto, quella di Harry, un altro prodotto di casa Ryan, e del Fawkner Soccer Club.
Una famiglia e un club che hanno molto in comune: nonostante dal nome non si direbbe, sono entrambi di origini italiane ed entrambi sono capitanate proprio da Michael Ryan, papà di Harry e presidente del club di Fawkner, sobborgo a nord di Melbourne confinante con Coburg. Per l’occasione, Michael ci ha anche raccontato delle sue origini: papà irlandese, mamma italiana e nonni siciliani. Oltretutto, Michael è una vecchia conoscenza del calcio italiano, avendo giocato nelle giovanili del Como quando militava in Serie B, poi nell’Alessandria e il Casarano, ed è a capo del Fawkner SC da due anni, club con il quale manda avanti un importante programma per i suoi settori giovanili.
Si respira calcio a casa Ryan, e ora tocca proprio al caro figlio Harry, venuto fuori proprio dal Fawkner, a continuare la tradizione calcistica della famiglia. Già a dieci anni partecipava ai campionati dei tredicenni, grazie al suo talento innegabile, con un tocco di palla che ha fatto già impazzire quasi tutte le difese avversarie nei campionati passati, un tiro precisissimo e una leadership non comune. Tutti elementi che lo hanno portato a bruciare le tappe di una ‘carriera’ che sembra puntare in alto. Infatti, non ci è voluto molto per essere notato dai club di categorie superiori, e il Melbourne Victory si è fatto avanti per primo: una chiamata alla quale Harry, ora undicenne, ha detto di sì senza pensarci due volte. “Ora gioco con i quattordicenni al Victory, ed è una bella sensazione giocare con altri calciatori di livello”, ci racconta, facendoci scappare una risata quando poi aggiunge che anche se è il più piccolo, “sono il più forte”.
Fiducia nelle sue capacità che però nasce dal duro lavoro. Harry ha soli undici anni, ma dimostra già un’etica del sacrificio che ci ha lasciati senza parole: “Mi alleno tre ore al giorno, ogni giorno. Per me il calcio viene prima di tutto, anche della scuola”, ci racconta con l’innocenza e la sfacciataggine della sua età, anche se papà Michael ci assicura che “è bravo anche a scuola”.
E se gli si chiede un consiglio per i ragazzi come lui che hanno questo grande sogno del calcio, lui è sicuro: “Lavorare duramente, e non mollare mai”, consiglio al quale il papà aggiunge di “usare meno la tecnologia e ritornare a giocare all’aperto”. Quindi, sicuramente tanto sacrificio, ma anche la tanta gioia che dimostra quando si trova sul terreno di gioco aggirando i tanti avversari e segnando i gol per i quali esulta come se fosse una finale di Champions League. E quando gli si chiede dei suoi giocatori preferiti, lui parte diretto: “Maradona! Perché era piccolo come me, ma era sempre il più forte di tutti”.
Harry e il papà Michael Ryan, in posa presso la sede de Il Globo
Occhi felici, i suoi, soprattutto quando gli si chiede dei suoi sogni: “Vincere la Coppa del Mondo e giocare con la Juventus in Serie A, quella italiana, che è anche la squadra che tifo. Poi seguo da sempre anche il Melbourne Victory”. Si sente questa esuberanza tutta italiana, soprattutto perché Harry ci spiega che l’Italia è il suo obiettivo calcistico, e vorrebbe andare nei luoghi dei suoi nonni siciliani.
Harry dunque non è il primo talento che il Fawkner SC ha sfornato negli anni, un club fondato da italiani nel 1967, e che, nonostante i tanti cambi societari e i vari avvicendamenti negli anni seguenti, ha mantenuto la matrice qualitativa italiana delle sue origini, vincendo anche la Premier League nel 2002: Claude Lucchesi, ad esempio, ne fu giocatore-allenatore, anche vincendo nel 1990 la medaglia d’oro come miglior calciatore della Victoria State League; oppure Tony Schipano, vera e propria leggenda del club, con 288 apparizioni e sette goal nella sua carriera al Fawkner (del quale divenne anche presidente) dal 1991 al 2003; o anche Santo Emmanuele, secondo per record di goal segnati con il Fawkner SC, dove ha militato dal 1993 al 2004.
Insomma, al club si mastica calcio vero dove Harry sembra aver imparato molto, seguendo i consigli dei tanti allenatori presenti, molti di origine italiana, ma anche dei calciatori e delle calciatrici più grandi che spesso si trovano nel ruolo di mentore per i tantissimi giovani che militano tra le fila delle tante squadre, femminili e maschili, del Fawkner, e ci saluta con una frase che racchiude tutta la sua determinazione: “Ricordatevi il mio nome!”.