CANBERRA - Secondo l’ACCC (Commissione australiana per la concorrenza e i consumatori), Bupa ha fornito informazioni fuorvianti o false, sostenendo che alcuni membri non avevano diritto a benefici assicurativi. In alcuni casi, i clienti hanno pagato di tasca propria cure mediche dispendiose o sono passati a polizze più costose per garantirsi la copertura.
Il danno non è stato solo economico: alcuni pazienti hanno rinunciato a cure essenziali o hanno subito più trattamenti non necessari, con conseguenti rischi alla salute fisica e stress psicologico.
Bupa ha raggiunto un accordo con l’ACCC per una multa proposta di 35 milioni di dollari e ha già iniziato a rimborsare i clienti colpiti, versando finora 14,3 milioni per oltre 4.100 richieste d’indennizzo ricevute.
La non ottemperanza ai termini delle polizze assicurative, protrattosi per cinque anni, è stato attribuito a valutazioni automatizzate sbagliate e a controlli di ammissibilità effettuati in modo non corretto o non effettuati affatto, spesso per carenze nelle istruzioni e nella formazione del personale.
Il CEO di Bupa APAC, Nick Stone, si è scusato pubblicamente: “Questo non sarebbe mai dovuto accadere. La nostra priorità è stata risarcire i clienti colpiti e prevenire ulteriori errori”.
Il presidente dell’ACCC, Gina Cass-Gottlieb, ha sottolineato che alcuni consumatori hanno dovuto rinunciare a trattamenti sanitari coperti, subendo danni rilevanti.
Il ministro della Sanità Mark Butler ha sostenuto l’azione dell’ACCC, affermando che “gli australiani meritano di meglio da chi gestisce i loro risparmi per la salute”.