Una cascata di fiori bianchi accoglie gli ospiti, mentre sulle pareti, due pannelli espositivi raccontano l’arte di Raffaele Mazza, artista calabrese che con ‘75 emozioni’ ha portato a Melbourne un frammento profondo della sua terra. Questo, lo scenario del pranzo di gala organizzato dal Calabria Club di Bulla, la scorsa domenica 27 luglio.

Al centro, tavoli elegantemente imbanditi con alzate di fiori. Tutto è curato nei dettagli, ma il cuore dell’evento resta un altro: il legame con le proprie radici. A partire dal menù: lagane con ragù ai profumi di Sambiase, cotolette miste con patate ‘npacchiuse e cipolla rossa di Tropea, tris di dolci del regno dei Borboni. Una celebrazione dello straordinario patrimonio culinario calabrese.

Un centinaio i presenti, fra i quali anche volti noti della comunità italiana in Australia: Elvira Andreoli, membro dei The Rustica Project, Pat Rocca, presidente dell’Australian Calabrese Cultural Association (ACCA), e alcune rappresentanze istituzionali. L’evento si apre con la commemorazione ai caduti: fuori, davanti al monumento, un momento solenne con la deposizione della corona di fiori da parte di Francesco Mazza, figlio di Mazza, e l’esecuzione de Il Silenzio.

Sul palco, due drappi celano un’opera che sarà rivelata solo più tardi. L’atmosfera è scandita dai ritmi della tarantella, grazie al duo Viva Cu’ Sona di Pasquale Spirlì e Matteo Arena. Poi, lo spazio si apre alla grazia di Ilenia Fatima Mazza, figlia dell’artista, che danza sospesa tra folklore e acrobatica contemporanea, avvolta in una coreografia che fonde tradizione e arte moderna.

La Pacchiana, Fierezza, Preghiera e Lavoro è l’opera chiave. Raffaele Mazza la presenta sul palco con emozione: “L’ho realizzata a spatola, è materica, con inserti che richiamano la storia delle donne calabresi. La Pacchiana è simbolo di fierezza, sacrificio, lavoro e preghiera. L’abito che indossa rappresentava un passaggio: la ragazza pronta per il matrimonio, la sua dote, il suo ingresso nella società. Ho voluto usare colori che unissero i territori di Lamezia: Sambiase, Nicastro e Sant’Eufemia”.

L’artista aggiunge: “È stata un’esperienza meravigliosa. L’accoglienza del Calabria Club è stata straordinaria, a partire dal presidente Sam Sposato e da tutto il comitato. Mi sono sentito a casa. Ho voluto portare qui l’arte come dono. Per me, l’arte deve essere condivisa”.

La mostra ha anche uno scopo benefico: chi vorrà potrà infatti fare una donazione e il ricavato andrà alla fondazione italiana contro l’Alzheimer. L’arte, per Mazza, è anche un ponte: “Questa opera l’ho presentata anche nella sala stampa della Camera dei Deputati e alla Prefettura di Catanzaro. Qui a Melbourne ho voluto creare un legame virtuale fra Catanzaro e questa comunità. Un omaggio a chi ha lasciato la propria terra nel dopoguerra, affrontando il viaggio della speranza – racconta –. Mantenere vive le tradizioni è il nostro modo per sentirci più vicini, anche da lontano”.

Sam Sposato, presidente del Calabria Club, dà un caloroso benvenuto: “Oggi è una giornata dedicata all’arte, alla memoria, all’identità. Ringrazio tutti voi per essere qui. È un onore ospitare il Cavaliere Mazza e condividere questo momento con tutta la comunità”.

Giovanni Butera, coordinatore dell’evento e membro del sodalizio, invita gli ospiti sul palco. “Non è assolutamente meraviglioso riflettere sul fatto che un terzo del Victoria sia nato all’estero? – esordisce Gabrielle Marchetti, commissaria del Victorian Multicultural –. Ringrazio il Calabria Club per aver organizzato questo evento. La cultura calabrese ha un impatto enorme nella nostra comunità. E l’antipasto era davvero buonissimo”.

John Pesutto, in rappresentanza del Partito Liberale, aggiunge: “La Pacchiana è una rappresentazione storica, simbolo di duro lavoro, preghiera e orgoglio. Un dono generoso, che ci permette di riflettere sull’impatto di chi è arrivato qui. È bello vedere questo spirito vivere ancora oggi”.

Tra una portata e l’altra, la proiezione di un video realizzato per il Multicultural Film Festival: “Abbiamo girato un corto di quattro minuti, Echoes of traditions, che mostra la tarantella tra Calabria e Australia – racconta Butera –. Il video è stato presentato al Festival. È stato accettato, anche se fuori concorso. È un contributo che mostra quanto sia viva la nostra cultura, anche qui”.

Prima di annunciare una novità: “Abbiamo firmato un accordo con la Pro Loco di Lamezia Terme per creare relazioni stabili con la Calabria. Vogliamo collegare le realtà locali con quelle d’origine, anche con iniziative come il trekking spirituale sul cammino di San Francesco da Paola e collaborazioni con l’Accademia del Peperoncino di Diamante”, conclude Butera.

Durante il pranzo, commenti positivi che testimoniano l’amore per la propria identità culturale provengono dai commensali. Fra questi, Maria Molea, storica presenza del sodalizio, emigrata nel ’62: “Sono qui da più di 40 anni. Questo club è la mia casa, qui ho trovato amicizie e supporto”. Anche Carmela Petrasso, da 57 anni a Melbourne, condivide il legame con l’associazione: “Il club è stato la mia salvezza. Celebriamo la Calabria perché non l’abbiamo mai dimenticata”.

Lucia Cefalà, instancabile cuoca di Sambiase, vestita in abiti tradizionali perché così si “sente a casa”, ci racconta il segreto della sua deliziosa pasta: “Un ragù cotto per un’intera giornata. Ci sono voluti due giorni per preparare tutto. Cucino da 60 anni la cucina del mio cuore, quella calabrese”.

Una lotteria chiude il pranzo, il centrotavola in palio diventa premio e ricordo da portare a casa.