FOGGIA – A Borgo Mezzanone, uno dei ghetti più grandi d’Europa, i circa cinquemila migranti presenti - occupati nel settore agricolo spesso in condizione di estremo sfruttamento - vivono in condizioni drammatiche. Dimorano in baracche incandescenti, strutture di lamiere e legno recuperato che rischiano anche di prendere fuoco a temperature come quelle registrate in questi giorni nel Foggiano.
A denunciarlo è Giovanni Tarantella, segretario generale della Flai Cgil Foggia.
“La temperatura al suolo arriva anche a 49 gradi, mentre sulle lamiere si abbattono circa 40 gradi”, spiega, aggiungendo che in molti stanno cercando di costruire moduli abitativi in mattoni per realizzare strutture più solide e meno esposte al rischio incendi.
Mancano i servizi igienici e l’acqua, distribuita a giorni alterni tramite autobotti e cisterne, ma che “dovrebbe essere garantita giornalmente”. Molti migranti – la maggior parte provenienti da Nigeria, Mali e Ghana – cercano refrigerio alle fontane della borgata, spesso in un contesto di difficile convivenza con i locali.
Il rappresentante sindacale ricorda che negli anni passati sono stati destinati oltre un centinaio di moduli abitativi, ma solo ai pochi impiegati regolarmente, e sottolinea la necessità di una foresteria e di luoghi che possano restituire dignità a persone che vivono anche in gravi difficoltà lavorative, spesso private della possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno. “Abbiamo necessità di una vera e propria attenzione umanitaria”, afferma.
In questi giorni è prevista la visita al ghetto di Mezzanone da parte di parlamentari italiani ed europei e di rappresentanti della Commissione Ue, nell’ambito di un’iniziativa promossa dalla Flai Cgil e da Effat – la federazione europea dei sindacati dell’agroindustria e del turismo con sede a Bruxelles – per elaborare strategie contro il caporalato e lo sfruttamento, e per trovare un’alternativa alloggiativa dignitosa agli insediamenti informali diffusi nel Sud Italia e non solo.
“Oggi l’Europa viene a vedere con i propri occhi cosa accade all’interno del ghetto”, conclude Tarantella.