PERTH – Livio Massimo Di Giovacchino, classe ’93, è arrivato ad Adelaide a inizio 2020 e si è ritrovato in piena pandemia globale dopo poche settimane.
“Sono arrivato in Australia perché avevo sentito parlare molto delle opportunità lavorative nel mio settore”, racconta Livio Massimo, che infatti ha una laurea in Geologia. Da qui la decisione di partire per la ‘grande isola’.
Ottenuto il Working Holiday Visa, Livio Massimo atterra come tanti ad Adelaide e subito si lancia con entusiasmo nella vita comunitaria. Si affida così alla comunità italiana: si rivolge al Consolato, arriva a Radio Italiana 531, dove conduce un programma mattutino, dà una mano all’Abruzzo Club, dove conosce Mario Bianca e sua moglie Rita, con cui vivrà durante il suo anno in South Australia. “Mario e Rita sono stati per me delle figure genitoriali qui - racconta -; i miei ricordi migliori sono i momenti passati con loro, che mi hanno fatto sentire parte di una famiglia”.
Un tema, quello della famiglia, molto sentito da Livio, che in Italia viveva con i genitori Giuseppe e Anita: “Non è stato semplice staccarci ma è stato necessario, da un punto di vita personale. Anche per i miei dev’essere bello vedere un figlio diventare autonomo e indipendente”. I mesi di farm li ha trascorsi presso l’azienda Mitolo, in Virginia: “È stato un po’ uno shock - scherza - sono passato dalla vita casalinga alla vita da agricoltore”.
Conclusa la parentesi “agricola” era arrivato il momento di riavvicinarsi al suo settore, quello minerario: Livio ha quindi iniziato un tirocinio all’interno di un programma UniSA, presso un’azienda di estrazione mineraria. Questa esperienza gli ha dato l’opportunità di capire meglio il suo settore. Infatti, subito dopo, ha deciso di trasferirsi in Western Australia, famosa per l’industria mineraria. Da quando è in Western Australia, da febbraio scorso, la vita di Livio è completamente cambiata.
Nella prima settimana dall’arrivo ha avuto tre colloqui e in pochi giorni è riuscito a trovare lavoro. Ora è in forze presso una società che si occupa di estrazioni minerarie, è un “cercatore d’oro”. Per tre settimane al mese va, assieme ai colleghi, a Edjudina, a un migliaio di chilometri da Perth, nei terreni di un allevamento bovino, uno dei più importanti del Western Australia. Nel tempo si è scoperto che i terreni contenevano oro quindi, in parallelo agli allevamenti, si cerca ora anche il prezioso minerale. In questa remota area d’Australia, quando a volte devono far spazio alle mandrie di passaggio, Livio e i colleghi raccolgono campioni di terreno, che poi vengono inviati in laboratorio e analizzati, sperando di trovare una vena d’oro.
“Siamo tutti stranieri, tranne uno, un gran bell’ambiente di lavoro”, spiega Livio Massimo. Vivono in una casa tutti assieme, nel mezzo del niente, per tre settimane di fila, poi tornano a Perth per riposarsi una settimana e poi di nuovo via, in aereo da Perth a Kalgoorlie e poi in auto fino a destinazione. Una vita singolare non c’è che dire, soprattutto per un geologo che ha studiato nel Bel Paese: “In Italia il geologo è associato alle montagne, ai terremoti, ai vulcani, molto meno ai siti minerari. Chi lavora nel settore minerario in Australia fa una vita più simile a chi lavora sulle piattaforme in mare aperto”, spiega Livio. Quello che più lo ha colpito della sua vita da geologo down under, è il contesto in sé “isolato da tutto e da tutti”.
“[L’aspetto positivo è che] c’è molta pace; viviamo secondo i ritmi della natura, ci alziamo al sorgere del sole e smettiamo di lavorare al tramonto, andiamo a cena in mensa, in comune con altre compagnie e poi andiamo a dormire”.
Viene spontaneo chiedergli se hanno trovato già dell’oro: “Certo! Diversi grammi per tonnellata”, sorride, non certo pepite, come forse ci si potrebbe immaginare.
Nella settimana di riposo a Perth Livio Massimo di solito si rilassa: “Mangio e dormo, stacco la spina. Vivo in un ostello, che prenoto a ogni mia partenza per il sito minerario - racconta -. Quando siamo in turno ci stanchiamo molto. A parte i ritmi, siamo esposti alle condizioni atmosferiche più estreme, prendiamo sempre tanto freddo, durante le trivellazioni ci bagniamo anche spesso”. Il lavoro di perforazione è molto fisico e anche di precisione, bastano piccole variazioni per sbagliare il campionamento.
Non c’è che dire, Livio Massimo sta dimostrando determinazione, flessibilità, capacità di gestire la lontananza da casa. Nei suoi piani futuri il poter restare in Australia: “Il 2020 mi ha insegnato però che tutto può cambiare in poco tempo. La mia idea è quella di rimanere qui, poi si vedrà. Da parte mia cercherò di tenere la mia barca in acque calme, quantomeno non burrascose e di scegliere la direzione più giusta”. Il resto appartiene al fato.