GRAGNANO (Napoli) - Antonio Di Martino, 40 anni, ricercato dal 2018 per estorsione aggravata dal metodo mafioso, soprannominato “o’ lione”, La è stato catturato dalla polizia. Per la sua latitanza ha contato sull’appoggio di alcuni fedelissimi del clan egemone nei boschi dei Lattari, da tempo area in cui si trovano vaste piantagioni illegali di marijuana.

Di Martino è descritto nelle inchieste della Direzione distrettuale antimafia(Dda) napoletana come un capo clan sanguinario pronto a tutto pur di fare rispettare la sua legge nel territorio di Gragnano e Pimonte. Insieme al fratello Fabio, Di Martino gestirebbe gli affari della famiglia, dalle estorsioni allo spaccio. E proprio sulla vendita di stupefacenti che si è basata l’ultima ordinanza di custodia cautelare a suo carico.

Di Martino avrebbe siglato un’alleanza con la potente cosca dei D’Alessandro di Scanzano. Un’alleanza sancita anche con un matrimonio tra Leonardo, figlio di “o’ lione” e la figlia del boss Paolo Carolei. Per la Dda, Di Martino riforniva di marijuana la cosca stabiese che di fatto la rivendeva all’interno delle piazze di spaccio.

La camorra, organizzazione criminale di connotazione mafiosa originaria della Campania, risalente al XVII secolo, è divisa in singoli gruppi chiamati clan, diversi tra loro per tipo di influenza sul territorio, struttura organizzativa, forza economica e modalità operativa. Attualmente le forze di polizia sono concentrate sui due principali cartelli cittadini, il clan Mazzarella e l'alleanza di Secondigliano tra i clan Licciardi, Contini e Mallardo.